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IL ROMANISTA La violenza non abita più lì

Curva Sud Roma

(R. Massucci/N. Ferrigni) – Ai tifosi intervistati è stato chiesto di indicare quale aspetto associano all’idea e alla nozione di “stadio” e, dunque, quello che maggiormente le caratterizza. Circa la metà dei tifosi (42,7%) non ha dubbi nell’indicare la squadra del cuore quale principale associazione; a seguire, i tifosi per i quali il collegamento più immediato è quello con il fenomeno degli ultras (25,8%) e con lo spettacolo offerto dal calcio giocato agli attori che animano le tribune (12,9%). Marginali, invece, le percentuali relative ad altri aspetti indicati, quali il concetto generale di sport (8,6%), il disordine (2,9%) e l’idea dello stadio quale palcoscenico di episodi di violenza (1,6%).

Caro stadio, quanto mi costi… – Ancora una volta la componente economica risulta alla base delle motivazioni che influiscono sulla scelta di non godere spesso dello spettacolo calcistico direttamente dalle tribune dello stadio. Ben il 27,1% degli intervistati, infatti, dichiara di recarsi sporadicamente allo stadio per i prezzi elevati dei biglietti o degli abbonamenti. Ad incidere in maniera significativa sulle scelte dei tifosi vi è anche la nuova normativa in materia di sicurezza negli stadi (15,6%), così come la calendarizzazione delle partite che ne modifica le abitudini di fruizione (15,5%), la distanza dallo stadio (13,5%) e la possibilità di seguire le partite e gli highlights direttamente da casa.

Preferisco la Tv, ma se la normativa fosse meno restrittiva… – La concorrenza della pay-tv si rende più evidente se si analizzano le risposte di coloro che hanno dichiarato di non recarsi mai allo stadio: tra le motivazioni riferite, infatti, prevale l’opportunità offerta dalle piattaforme televisive di seguire da casa le partite di campionato (20,8%), seguita dalle nuove norme che disciplinano la sicurezza negli stadi giudicate drastiche e restrittive (18,9%). Cara vecchia trasferta… Gli intervistati dichiarano, inoltre, di recarsi in trasferta con la propria squadra del cuore con minore frequenza rispetto al passato (60,7%) mentre coloro che sembrano non avere modificato le proprie abitudini rappresentano il 28% del campione. Solo l’11,3% degli intervistati, invece, afferma di andare in trasferta molto più spesso rispetto al passato. Quando si parla di sicurezza degli stadi non si può non affrontare l’annoso problema dell’ammodernamento degli stadi italiani. Inostri sono impianti costruiti molti anni fa con criteri non più adeguati alle attuali esigenze non solo di fruizione della gara ma anche si sicurezza e qualità infrastrutturale. E sono proprio i tifosi che complessivamente nel 52% dei casi giudicano inadeguati gli impianti sportivi definendoli poco (36,7%) o per nulla (15,3%) sicuri. La pensa diversamente invece il 41,2% del campione interpellato che giudica abbastanza (35,8%) e molto (5,4%) sicuri i nostri stadi. Non è in grado di esprimere un’opinione al riguardo il 6,8% dei tifosi intervistati.

Perché perché la domenica mi lasci sempre sola… – Il 55,5% dei tifosi sostiene che il cosiddetto spezzatino ha modificato le proprie abitudini di frequenza dello stadio proprio perché è impossibilitato ad andarci al di fuori della domenica. La nuova calendarizzazione non ha invece modificato le abitudini del 37,4% dei tifosi che continua a recarsi allo stadio con la stessa frequenza del passato. La normativa sulla sicurezza è stata – e continua ad esserlo – al centro del dibattito tra le tifoserie e le Istituzioni. Le prime perché considerano troppo restrittive le norme che regolano la sicurezza degli stadi, le seconde perché hanno il compito di garantire e assicurare che lo stadio diventi solo un momento di gioia e di festa per gli spettatori. Molto spesso però accade che di fronte all’introduzione di nuove regolamentazioni i tifosi si siano dichiarati contrari solo perché hanno percepito una riduzione della libertà di azione negli stadi. Obiettivo quindi della seguente domanda è stato quello di verificare se i tifosi conoscessero realmente la normativa sulla sicurezza. A tal fine sono stati proposti quattro aspetti della nuova regolamentazione sulla sicurezza negli stadi. Per ciascuno di essi è stato chiesto ai tifosi di indicare se si trattasse di una asserzione vera o falsa. Il primo aspetto riguarda il rischio di essere reclusi per un periodo che va dai 6 mesi ai 3 anni per chi viola il Daspo. A questa prima asserzione il 60,5% dei tifosi ha indicato giustamente come vera la definizione. La normativa sulla sicurezza stabilisce infatti una pena pecuniaria fino a 10.000 euro per chi viola il Daspo ed il 43,8% non ha saputo dire se si trattasse di una possibilità vera o falsa. Ha risposto correttamente solo il 30,6% del campione.

Se potessi modificherei… – All’interno della nuova normativa sulle manifestazioni calcistiche complessivamente il 51,9% dei tifosi modificherebbe poco (24,2%) o per nulla (27,7%) la figura dello steward. Tale considerazione emerge soprattutto tra i tifosi con un più alto titolo di studio (complessivamente per il 54% dei laureati) e tra gli over 65 anni (complessivamente per il 55,6%). A livello geografico non ci sono invece differenze percentuali significative. L’aspetto per cui i tifosi si mostrano maggiormente intolleranti è la tessera del tifoso. Basti pensare che circa tre tifosi su quattro (74,2%) vorrebbero “abbastanza” (8%) e “molto” (66,2%) modificare tale aspetto della normativa. Interessante notare che la maggioranza dei tifosi (per niente 38,9% e poco il 18,2%) non sarebbe d’accordo se si escludesse la Polizia dal campo calcistico. Il disaccordo proviene soprattutto dai tifosi del Nord-Ovest (per niente e poco interessati alla modifica della normativa nel complessivamente nel 60% dei casi) seguiti da quelli residenti al Sud e nelle Isole, “per niente” e “poco” favorevoli alla proposta rispettivamente nel 42,3% e 15,9% dei casi. Lo scorporo del dato per titolo di studio vede soprattutto i laureati e i diplomati non interessati ad escludere la Polizia dal campo di calcio. Il 62,3% sarebbe infine abbastanza (12,2%) e molto (50,1%) favorevole a modificare la normativa relativa all’introduzione dei divieti all’ingresso nello stadio.

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