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IL ROMANISTA Sassi sul Verona. E sulla Away

As Roma Club Away

(D. Galli) – Qualche sasso contro il pullman del Verona, il finestrino che va in frantumi, la società gialloblù che decide a quel punto di restare nella Capitale e poi ritwitta le foto del mezzo danneggiato, mentre la parola «assedio»improvvisamente spopola sul web. Per colpa di qualche delinquente la nostra curva – intesa come tifoseria, visto oltretutto che stavolta la Sud era chiusa – rischia ora di pagare un conto salatissimo. Domani l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive censurerà gli episodi del prima e del dopo Roma-Verona e annuncerà di voler mantenere i riflettori accesi sulla tifoseria giallorossa. Ma non solo. C’è una conseguenza più grave. La sospensione della As Roma Away, la tessera (non del tifoso) che consente di andare in trasferta e che invece non ha consentito di andare in trasferta a Livorno, potrebbe diventare adesso sine die. A tempo indeterminato. La conseguenza nella conseguenza, per la società, è di carattere economico. Sono state sottoscritte 6.500 Away e MyRoma, l’azionariato popolare giallorosso, agitava qualche settimana fa lo spettro di un’azione legale a difesa dei titolari delle Away.

Torniamo per un attimo indietro. La cronaca vera, non quella dai contorni noir, dalle tinte apocalittiche che dipinge come criminale un’intera tifoseria, parla di un arresto e tre denunciati per Roma-Verona. «Nelle fasi di prefiltraggio dei supporter del Verona, sono rimasti contusi 8 steward – si legge su un lancio dell’Ansa di domenica notte – uno dei quali trasportato al Policlinico Gemelli per accertamenti. Un tifoso del Verona è stato denunciato per aver aggredito uno steward durante il prefiltraggio. In precedenza si erano verificati tafferugli e conseguenti cariche di alleggerimento da parte degli agenti, con lancio di lacrimogeni».

Fatto vero, e brutto, che porta la Roma a esprimere «solidarietà ai propri addetti alla sicurezza, vittime dell’aggressione subita durante Roma-Verona»Di questo però nessuno ne parla. Colpa di una vergognosa, vile, criminosa, sassaiola ai danni del bus della società veneta. Nonostante sia seguito da due volanti della Polizia, due moto della Municipale, due blindati della Celere e da un elicottero, il pullman subisce il lancio delle pietre sull’Olimpica, all’altezza – pare – di Ponte Milvio. «Assedio al Verona», riportano i media sul web. Assedio. «Ecco le foto del nostro pullman distrutto», rilancia il club gialloblù. La Roma, che oltre che ai propri steward esprime solidarietà anche «all’Hellas Verona» e«condanna ogni forma di violenza», mette a disposizione della società gialloblù il suo pullman. I veneti preferiscono però dormire a Roma. Ieri mattina, invece, approfittano della cortesia giallorossa: arrivano a Termini, dove prendono il treno per tornare a Verona, a bordo di un bus romanista. È la Questura di Roma a chiarire che non c’è stato alcun «assedio» (da un qualsiasi dizionario: «azione decisa di un esercito che muove contro il nemico», oppure, figurativo, «precipitarsi in massa»): «Il pullman del Verona è stato colpito con un lancio da lontano. I tifosi non sono mai arrivati a ridosso del mezzo colpito. Non c’è stato alcun contatto con il mezzo che trasportava la squadra». […]

Con estrema lucidità, Mandorlini commenta così: «Poteva davvero finire male. Soprattutto per il nostro autista. Andavamo abbastanza forte perché eravamo già in tangenziale e un sasso ha colpito il vetro sulla sinistra. Ma se lo prendeva prima, per l’autista sarebbero state conseguenze molto serie. Onestamente non mi va nemmeno tanto di parlare di questo episodio. Non ha nulla a che vedere con lo sport, è un atto violento, compiuto da qualche delinquente, il calcio non c’entra».

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