(D. Galli) – La Roma si coccola Garcia. In tutti i sensi, metaforicamente ma anche letteralmente. La Roma si coccola Garcia, se lo abbraccia, è accaduto per davvero mercoledì notte. Luci a Marassi, la squadra è appena rientrata negli spogliatoi, l’entusiasmo è alle stelle, ha ingranato la quinta, ha stabilito un record tutto romanista, perché quello assoluto delle prime nove vittorie consecutive è di una Juve farlocca, quella della stagione 2005/06, di Calciopoli, dello scudetto revocato.
Quello valido (otto successi) è sempre bianconero, ma di venti anni prima. Altri juventini, c’era Platini, c’era Agnelli, ma sempre di gobbi si trattava. La Roma si coccola l’uomo che la esalta. Sabatini è andato incontro al suo tecnico, se l’è stretto al petto e gli ha fatto i complimenti, l’ha ringraziato per il primato e per tutto quello splendido senso di eccelsa normalità che ci ha reso capolista. Così hanno fatto anche il Ceo Italo Zanzi, il dg Mauro Baldissoni e il signore dei conti giallorossi, Claudio Fenucci. Rudi, raccontano, indossava il sorriso dei giorni migliori. Eppure nulla di più di questo, abito sobrio, gesti misurati, Garcia è quello che dice, e cioè che il vero record è un altro, che la storia non s’è fatta a Marassi una notte di settembre, ma si può fare più avanti. Molto più avanti. E però c’è poco da fare, il punteggio pieno in classifica rende ebbri di gioia, d’aspettative, di sogni.
Qualche numero, oltre il 15 dei punti in classifica, il 12 dei gol fatti e l’1 di quelli subiti: all’imbarco della squadra all’aeroporto c’erano una trentina di tifosi in festa, a Fiumicino all’una di notte erano oltre cento. «Salutate la capolista!», cantavano, ricantavano, godevano. Qualcuno di loro sarà poi andato a letto con l’ingombrante pensiero dell’espulsione del loro condottiero al Ferraris. Minuto 11 della ripresa di Samp-Roma, Marquinho subisce fallo, Calvarese lascia correre e Garcia strilla verso il quarto uomo: «Ma ce li avete gli occhi?». Non un’imprecazione, semmai una provocazione. Avvisato, Calvarese si avvicina a Rudi, lo invita ad allontanarsi dal campo e il tecnico si piazza in tribuna per dirigere la Roma.
Tirate un sospiro di sollievo, Garcia siederà regolarmente in panchina domenica contro il Bologna. Se la caverà – diciamo che è altamente probabile, per non dire sicuro – con un buffetto. Un’ammonizione con diffida. Forse, senza nemmeno un’ammenda. C’è una ricca casistica a corredo di questa certezza. Il giudice sportivo della Lega, Gianpaolo Tosel, non è infatti solito appioppare una giornata di stop agli allenatori che vengono buttati fuori dal campo, a meno che il fatto non sia gravissimo o che non siano recidivi nella stessa stagione. E questo non è proprio il caso di Garcia, un gentiluomo delle panchine, oltre che un novello tifoso romanista.