(P.A.Coletti) Il 30 giugno del 2016, è questo il giorno che ogni romanista spera non arrivi mai. È la data di scadenza del nuovo contratto che Francesco Totti siglerà con la Roma nei prossimi giorni. Sarà nel suo 40esimo anno di età, alla sua 24esima stagione in maglia giallorossa.
Una storia iniziata il 28 marzo 1993: il giorno precedente il giovane Totti gioca il primo tempo con la Primavera contro l’Ascoli segnando due gol, poi doccia rapida e partenza per Brescia, da aggregato alla prima squadra; al minuto 87 di Brescia-Roma, con i giallorossi in vantaggio 2-0, Vujadin Boskov si volta e chiama quel sedicenne biondo seduto in panchina; Totti non ci crede, pensa che l’allenatore si stia rivolgendo a Muzzi ed è lo stesso attaccante a dirgli “guarda che vuole te”.
Da lì la storia di Francesco Totti, della Roma e del calcio italiano cambia all’improvviso. Ancora due anni da protagonista in campo e poi a vita da dirigente. L’accordo per il prolungamento del contratto è stato raggiunto giovedì pomeriggio presso lo studio Tonucci tra il d.g. Mauro Baldissoni e Adolfo Leonardi, uomo di fiducia del capitano. Totti prolungherà fino al 2016 e guadagnerà circa 3,2 milioni a stagione. Sarà la quinta firma con la sua Roma e prevederà anche un contratto quinquennale da dirigente, così, a fine carriera, Totti diventerà una sorta di ambasciatore della società. Ambasciatore in campo lo è già. Della Roma e della classe dei ’76, un’annata d’oro per il calcio mondiale. Lui, Francesco, dei grandissimi campioni nati nel suo stesso anno è l’unico a giocare ancora ad alti livelli e a risultare sempre più decisivo. Ronaldo, quello vero, Nesta, Shevchenko, Recoba, Kluivert, Ballack, sono tanti i campionissimi nati nell’anno del capitano.
Nato cinque giorni prima di Totti, il 22 di quel magico settembre del 1976, Luis Nazario de Lima ha smesso nel 2011 dopo una serie di tragici infortuni, è ingrassato e poi dimagrito in un reality televisivo e oggi è ambasciatore del Mondiale brasiliano del 2014. Alessandro Nesta, che di Totti è stato rivale quanto amico, nell’estate del 2012 ha preferito raggiungere l’ex compagno Di Vaio (altro classe ’76) nella quiete del campionato canadese. Due giorni dopo Totti, il 29 settembre del ’76, è nato Andriy Shevchenko che ha dato l’addio al calcio dopo gli Europei organizzati dalla sua Ucraina. Ora dopo essersi buttato in politica (senza grandi risultati: il suo partito ha preso l’1,58% dei voti) vuole partecipare alle Olimpiadi di Rio come golfista. Dello stesso mese di Totti, Ronaldo e Sheva è anche Michael Ballack. L’ex capitano della nazionale tedesca, ha dato l’addio al calcio nell’estate del 2012 dopo la scadenza del suo ultimo contratto con il Bayer Leverkusen. Gioca ancora, come il capitano, Alvaro Recoba.
Ha smesso da un anno, invece, Ruud van Nistelrooy. Emerson, che con Totti ha vinto lo scudetto del 2001, ha lasciato nel 2009, Seedorf si diverte al Botafogo, Vieira dal 2011 è allenatore delle giovanili e ambasciatore del Manchester City. Kluivert ha smesso nel 2009 e oggi fa il vice allenatore nell’Olanda di van Gaal e Strootman. Ma la lista dei coetanei che hanno appeso gli scarpini al chiodo comprende anche Oddo, Tomasson, Roque Junior, Dellas, Zé Elias. Di quelli che c’erano quel 28 marzo 1993 a Brescia all’esordio del capitano, l’unico che gira ancora sui campi di calcio è l’allora tecnico di casa, la volpe dello Shakhtar Mircea Lucescu. Lui, Totti, c’è ancora e ci sarà, almeno fino al 30 giugno del 2016, il giorno che tutti i romanisti già vorrebbero cancellare dal calendario.