(S.Trancanelli) Ancora ventiquattro ore e poi sarà derby. Trepidazione ed attesa per quella che è la sfida infinita tra Roma e Lazio, vissuta tra ansie, scaramanzie e sano sfottò tra tifosi giallorossi e biancocelesti, perché inutile nascondere che la stracittadina romana fa fermare l’intera città.
Si deve ancora giocare, ma nell’epoca della «rete» e dei social network, facebook, twitter, instagram, enorme cassa di risonanza degli umori e malumori dei tifosi, i supporters delle due squadre si sono già scatenati da giorni per punzecchiarsi, sfottersi e dirsene con un’ironia tipicamente romana di tutti i colori.
Perché se in campo a volte è capitato che le squadre abbiano deluso, lo stesso non si può mai dire per le due tifoserie durante i derby. La fantasia e l’originalità dei laziali e romanisti, infatti, è assolutamente senza limiti. Ed inimitabile sotto questo punto di vista. E così dopo il derby del cielo che si è disputato e consumato quest’estate lungo il litorale romano, con la sfida a colpi di striscioni, slogan e sfottò affidati ad aeroplani da una parte e dall’altra, a dimostrazione di come l’esito della finale di Coppa Italia non è mai stato archiviato, ora c’è il derby della rete.
Da parte dei laziali, si gioca molto e non poteva essere diversamente, sul fatto che dopo la vittoria del 26 maggio, per quello che è stato definito il derby della storia,ora non ci sia più possibilità alcuna di rivincita da parte dei giallorossi. Ecco allora scatenarsi su facebook ogni tipo di commento e sfottò. C’è chi definisce la partita di domani semplicemente un «Memorial» e allora compare la scritta «22 settembre 2013, per non dimenticare. Giornata della Solidarietà per le vittime del 26 maggio. Celebrazione officiata da Don Matteo fuori dalla Curva Sud», ad infierire ancora sull’esito di quella gara, che ogni tifoso giallorosso spera di vendicare al più presto.
Oppure ancora c’è chi suggerisce e presenta in «anteprima» sul social network la maglia che dovrebbero indossare i giocatori laziali in campo, sulla quale campeggia la scritta appunto «Non c’è rivincita». I più fintamente distaccati, invece, si lasciano andare a frasi tipo, «Non c’è gusto a prepararsi per una battaglia, quando hai già vinto la guerra».
(…) Così il tifoso giallorosso si affida a lui, definendolo il nuovo condottiero che può guidarli alla vittoria e scrive «Libertè, Egalitè, Quattro-Tre-Tre…alla vittoria ci porti te». Non mancano ovviamente riferimenti all’origine «burina» dei laziali, con frasi tipo «Torna ar paese che te sta aspettà… Anche se vinci te rimani sempre de là!».
Insomma, ce n’è per tutti i gusti, da una parte e dall’altra. Loro, i tifosi, lo hanno già vinto.