(E.Menghi) Raggiunta la pace dei sensi, la Roma deve voltare pagina. E Garcia richiama tutti all’ordine: “Siamo a un giorno dalla partita con la Sampdoria. Mi sembra che adesso per alcuni, non solo giocatori, c’è più tranquillità nella testa. Non voglio parlare più del derby, è il passato. Abbiamo iniziato una striscia positiva, l’obiettivo è allungarla anche se sappiamo che sarà difficile farlo. Per il momento abbiamo giocato solo 4 partite, è troppo presto per capire qual è il livello della Roma. Voglio che la squadra tenga la tensione alta”.
Per ora Garcia non teme cali fisici, che potrebbero invece presentarsi domenica, quando il Bologna arriverà all’Olimpico per la terza partita della settimana: “Potrei fare qualche cambio, tutto è possibile. Ma è solo la seconda partita. Non c’è un problema sul piano fisico. Totti sta bene, aveva bisogno di recuperare, però domani sarà a disposizione come gli altri”. Ljajic ha avuto un leggero affaticamento muscolare che potrebbe farlo partire dalle retrovie, con Gervinho e Florenzi pronti a dare una mano al capitano, mentre Borriello può essere l’alternativa in corsa: “Marco ha giocato poco ma bene. Così come tutti quelli che sono subentrati. Questa è la cosa più importante: un giocatore preferisce sempre partire dall’inizio, ma per il momento la panchina si sta dimostrando concentrata. Se manterremo questa cosa, in futuro risulterà positiva”.
Garcia ha la qualità di «amare» i suoi giocatori, questo aveva colpito sia Sabatini sia Pallotta fin dalla prima stretta di mano, e ogni volta che si trova con un microfono davanti sono sempre loro i protagonisti degni di elogi. L’ex Lille non parla mai dei suoi meriti, che pure sono tanti e così evidenti: “Il merito primo è dei giocatori, però è vero che sul piano tattico abbiamo cambiato qualcosa. Nel secondo tempo contro la Lazio Pjanic ha cambiato posizione e abbiamo giocato più col 4-2-3-1 che con il 4-3-3 di partenza. Il lavoro di un allenatore è su tutti i piani, ma sicuramente una squadra che ha più fiducia nel compagno e in se stessa può fare grandi cose”.
L’aiuto di Bompard è l’arma in più di Garcia: “Sul piano tattico si vede meglio dall’alto. Con Fred ho uno scambio d’opinioni e quasi sempre siamo d’accordo su quello che è successo nel primo tempo”. Nella ripresa la Roma ingrana la marcia giusta e passa dalla prima alla quinta senza vie di mezzo, trasformandosi. E a fare la differenza è anche una difesa che finora ha incassato un solo gol. Con Zeman, nelle prime 4 partite giocate (escludendo dal conteggio il 3-0 a tavolino con il Cagliari) la retroguardia giallorossa aveva subìto già 7 reti.”È più facile vincere le partite senza prendere gol, però se vinciamo 4-3 tutte le partite mi va benissimo. A Morgan non sono sicuro che gli andrebbe bene…”, ci scherza su il tecnico francese.
A Genova dovrebbero essere ancora Maicon, Benatia, Castan e Balzaretti i titolari (Torosidis è infortunato e non è stato convocato, così come Bradley e Destro, mentre torna Lobont), perché è una partita che Garcia non vuole fare l’errore di sottovalutare: “La Sampdoria ha avuto difficoltà in casa, ma è sempre difficile giocare con una squadra che ha bisogno di punti. Il derby può dare fiducia e fame, spero di vederlo sul campo. Vincere la quinta gara di fila vorrebbe dire fare qualcosa che non è mai accaduto nella storia della Roma, ma non è un trofeo”. Il bilancio è rimandato a fine stagione, ma il record di successi sarebbe tanto unico quanto importante per continuare la corsa a quei primi cinque posti in classifica messi nel mirino dall’allenatore, che dopo aver risistemato “la Chiesa nel villaggio”, adotta un altro proverbio tutto italiano per tradurre in parole il suo ambizioso pensiero: “Qui come anche in Francia si dice che l’appetito vien mangiando”. Ma l’ambizione – è il cavallo di battaglia di Garcia – è una cosa diversa dagli obiettivi.