(T.Carmellini) – Qualcuno ci aveva malignato sopra, altri ironizzato. Alla fine però, ridendo e scherzando il concetto di massima non era poi così lontano dalla verità. La coppia Baldini-Sabatini che aveva fatto sognare la tifoseria romanista agli albori della nuova era americana, è finita poi con lo scoppiare. In senso bonario, perché i due erano e restano grandi amici: Sabatini prese in passato il figlio di Baldini come osservatore al Palermo e l’ex dg giallorosso lo portò con se una volta tornato nella Capitale a servizio di Pallotta & Co..
Ma era evidente che due «lupi solitari» si sarebbero mossi meglio da soli, senza dover rendere conto ad altri, padroni di se stessi: liberi di esercitare un’autonomia che ne ha fatto nel corso degli anni la fortuna. Il feeling è rimasto invariato, perché lo stesso soggetto si può osservare da diverse angolature e poi magari ritrovarsi a condividere sensazioni identiche.
Ma è chiaro come la luce che, tanto Sabatini, quanto Baldini, da soli si muovano meglio: salvo poi arrivare in contemporanea sugli stessi obiettivi di mercato. È successo più volte la scorsa estate, ma i due non si sono mai scontrati, anzi si sono scambiati cortesie, favori, consigli. A entrambi piacevano Paulinho, Jedvaj, Eriksen, Chiriches, Strootman, Capoué, poi la «divisione» è stata figlia di altre scelte […]
Così, forse non è nemmeno un caso se, a questo punto della stagione, le due squadre per le quali lavorano attualmente si ritrovano in vetta ai rispettivi campionati. La Roma che era di Baldini e adesso è palesemente una creatura di Sabatini, viaggia con il vento in poppa grazie anche al nuovo tecnico (da lui scelto) e si ritrova prima in classifica (assieme al Napoli) dopo le prime quattro giornate di campionato a punteggio pieno.
Baldini, che con la Roma e l’avventura americana aveva detto basta poco prima della scorsa estate, ha traslocato a Londra. Lì ha ritrovato (e anche questo non è un caso) quello che avrebbe voluto fosse il primo allenatore della Roma (ma all’epoca ricevette un secco «no»): Villas Boas. Con lui alla guida del Tottenham ha conquistato la vetta della Premier League (in condominio con l’Arsenal) dopo solo cinque giornate.
Insomma, da soli è meglio. Sarà la solitudine dei numeri uno, o il riscatto del «progetto»? ma quella parola non portava sfiga!?