(Il Tempo) – Nel giorno successivo alle partite internazionali che contano, per distribuire i passaporti destinati alle candidate europee per il Mondiale brasiliano, passano puntualmente in secondo piano i bilanci tecnici rispetto ai bollettini sanitari. Le società, delegate a pagare gli stipendi, prima tremano e poi si arrabbiano di brutto, peggio per loro che mai hano trovato strumenti adeguati per contrastare i privilegi delle federazioni, giuridicamente inaccettabili.
Personalmente, preferisco l’elenco degli incidentati all’indomani dell’apertura della caccia, nessuna comprensione per chi spara a un uccellino sprovvisto di mitra per rispondere al fuoco. Tanta malinconia, invece, per chi mette a rischio i propri obiettivi stagionali, campionato e coppe, in omaggio al prestigio nazionale, che diventa popolare soltanto quando si vince qualcosa di importante.
Il danno più vistoso lo ha sofferto la Juventus, allarma l’infortunio al ginocchio di Mirko Vucinic, anche se non ammette responsabilità il polacco Glik, difensore granata. Gli Azzurri impegnati contro la Bulgaria hanno perduto i pezzi per strada, Abate, Antonelli, ma anche Insigne con problemi fisici. Non possono fare salti di gioia il Milan e il Genoa, anche se in vista del derby i rossoblù si consolano con la convocazione di De Silvestri che va ad aggiungersi a Gabbiadini.
Ma è grottesca la vicenda legata a Destro, che la Roma ha perso da un pezzo e non conosce ancora i tempi reali di recupero. Ma a Trigoria non si erano impuntati quando l’attaccante era stato aggregato, in precarie condizioni, alla Under 21, che aveva preteso anche Florenzi. Altro livello di autorità, quello dell’Empoli, che si era tenuto Regini e Saponara per gli spareggi promozione. Soprusi che la benemerita Lega Pro, un pecorone il suo emblema, non si sogna neanche di mettere in discussione, hai visto mai che Abete dovesse offendersi.