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IL TEMPO Un brindisi per la vita. Totti prolunga fino al 2016

Totti

(E. Menghi) Un «sospiro» di sollievo. Totti abbina il sorriso alla camicia celeste e brinda al prolungamento di un amore mai messo in discussione. Sarà un giocatore della Roma fino a 40 anni e un simbolo, della squadra ma anche della società, per tutta la vita. «Forever» dice Pallotta dopo avergli teso la penna per firmare il nuovo contratto, in mondovisione. La trattativa è durata più del previsto, Francesco (che guadagnerà tra i 3.2 e i 3.3 milioni di euro l’anno) avrebbe preferito cominciare la stagione con il rinnovo in tasca, ma l’unione d’intenti c’è sempre stata. Il capitano ci scherza su, un po’ per nascondere l’emozione, un po’ perché gli viene naturale: «Ringrazio il presidente per questo sospirato contratto. Penso che fosse ciò che volevamo tutti. Ho altri due anni di responsabilità e so che potremo fare grandi cose».

Il numero uno della Roma conosce l’ironia del capitano («era solo una battuta, il rinnovo era nell’aria», precisa lo stesso Totti), ma ci tiene a dire che non avrebbe mai lasciato andar via un pezzo di storia giallorossa: «Abbiamo sempre messo in chiaro che sarebbe rimasto. Starà qui per sempre». Totti si è affidato al suo blog per esprimere quanto fosse «strafelice»: «È il mio sogno infinito e il sogno di tutti i bambini romani e romanisti: giocare con la Roma, esserne il capitano, indossare solo questa maglia, continuare a farlo… Semplicemente fantastico. Voglio dire grazie anche ai tifosi, che sono unici e mi rendono fiero di essere il loro capitano. Perché tutti noi la Roma la amiamo alla stessa maniera, una maniera assoluta, senza se e senza ma, giorno e notte, completamente e sempre».  Ma soprattutto in un derby:«Fortunatamente ci sono solo tre romani in squadra. Noi la viviamo in modo diverso, siamo cresciuti qui, la sentiamo più degli altri. Ma alla fine vogliamo tutti la stessa cosa: vincere».

L’ottimismo è tornato dopo un biennio buio: «Siamo partiti con il piede giusto, abbiamo trovato una quadratura e un allenatore competente che vuole far giocare bene la squadra e vuole rispetto, quello che mancava negli ultimi tempi. Di questo passo, sarà una Roma competitiva per il futuro». Dal passato sono state prese maglie e sagome d’impatto, che hanno accolto Francesco nella nuova sala stampa di Trigoria. Ce n’era anche una in azzurro, ma per ora è un «nì» la risposta a Prandelli: «La mia Nazionale è la Roma. Se dovesse succedere qualcosa all’imprevisto, sono a disposizione».

Pallotta nel passato recente (e americano) non ci si rivede e preferisce tirare una linea netta che separi la breve parentesi Di Benedetto dalla sua Roma: «Vorrei precisare che sono presidente dal luglio scorso. Sono sicuramente soddisfatto di quanto abbiamo fatto negli ultimi 3-4 mesi, ci rendiamo conto che siamo in un processo in fieri, ma stiamo procedendo spediti». Pallotta e Totti vanno nella stessa direzione: vogliono vincere qualcosa il prima possibile. Il primo per far tornare i conti, il secondo per questione di cuore.

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