(F.Balzani) C’è chi la affronta per la prima volta, chi appena la vede si illumina e chi con lei ha qualche conto in sospeso. Saranno in tanti tra le fila giallorosse a debuttare domenica prossima nel derby più sentito della serie A, in quello che nella testa dei tifosi romanisti rappresenta la prima occasione di vendetta dopo il famigerato 26 maggio. Una data che anche i nuovi acquisti conoscono bene.
Ma la Lazio per alcuni di loro significa già qualcosa. Ad esempio per Ljajic che dei biancocesti ne ha fatto la sua vittima preferita. Nei 6 precedenti con la Lazio, l’ex viola è andato in gol 3 volte: nel 2010 (prima rete in serie A), nel 2012 e lo scorso 10 marzo nel successo della Fiorentina per 0-2. «Spero di fargliene subito altri», la minaccia del serbo.Garcia permettendo però visto che Ljajic sarà di nuovo in ballottaggio con Gervinho.
Chi il posto ce l’ha assicurato è De Sanctis che però non conserva un bel ricordo della Lazio sin dal suo esordio in serie A. Era il 6 dicembre 1998 e Morgan difendeva i pali della Juve: finì 0-1 per la squadra di Eriksson. Poi quel Lazio-Udinese 5-0 del 2006, che rappresenta il passivo più pesante subito dal portiere abruzzese.
Anche il bilancio totale suona decisamente negativo: 11 sconfitte in 23 partite e 32 gol subiti, uno ogni 65’. Ricordi più dolci quelli di Benatia. «Con l’Udinese gli sono sempre arrivato davanti», dichiarò il marocchino appena sbarcato a Roma. Mentre a legare il nome di Maicon (1 gol nella stracittadina di Milano) a quello della Lazio ci ha pensato Sabatini: «La sconfitta nel derby di coppa Italia ci ha portato a prendere giocatori come lui».
Ora passiamo ai debuttanti assoluti. In primis Garcia. Il tecnico francese in patria è considerato uno specialista. Nel Derby du Nord tra Lilla e Lens ha raccolto infatti 3 vittorie e 1 pareggio. E proprio una delle stracittadine fu risolta da un gol di Gervinho che anche all’Arsenal ricordano come uomo derby (1 gol al Chelsea e 1 al West Ham). Infine Strootman che di derby ne ha giocati solo un paio a Rotterdam. Ma a guardarlo in faccia c’è da scommettere che all’olandese non tremeranno le gambe.