Metodi Rudi, in sala stampa: la maiuscola scongiura qualsiasi fraintendimento, perché Garcia gli interlocutori li tratta con guanti che hanno lo stesso colore delle sue camicie: bianchi, all’insegna della disponibilità più assoluta. Però poi, nota caratteristica dei comunicatori più brillanti, il mister le conferenze riesce non solo a gestirle ma anche e soprattutto a indirizzarle, a portare acqua al suo mulino dialettico, col cesello finale di alcune similitudini giocate davvero di fino, tipo la chiesa che torna al centro del villaggio.
Al di là di ogni altra considerazione, che potrebbe pure risultare precipitosa, c’è sempre da ammirare chi approda in un posto e dimostra subito di aver capito dove si trova, magari anche a prezzo di qualche scivolone iniziale. La prima e unica buccia di banana in ambito comunicativo è stata quella di Riscone, con la famigerata accusa di lazialità ai tifosi che contestavano; l’esito negativo di quell’uscita però non deve far passare in secondo piano il fatto che Garcia appena arrivato già si sforzava di entrare nelle logiche del mondo-Roma, per farsi trovare preparato a un ambiente che, se non affrontato nella giusta maniera, si trasforma subito in un terreno minato.
Segni di intelligenza e buon senso, uniti a una ferrea disciplina nell’apprendimento della lingua, indice di educazione e rispetto nei confronti dei suoi principali interlocutori, vale a dire i giocatori. Non è un caso che la squadra – per il momento, almeno – si dichiari entusiasta del tecnico e dei suoi metodi.
Tra derby che non si giocano ma si vincono, chiese da rimettere dove è giusto che stiano e appetiti che vengono mangiando (questa non è sua ma comunque è ben adoperata), Garcia si sta distinguendo per un profilo che non è quello basso – come vogliono alcune semplicistiche definizioni – ma quello giusto, vale a dire ispirato da saggezza e senso della misura, quindi buono per ogni piazza e di conseguenza anche per Roma, anzi soprattutto per Roma,se ci si riflette un attimo.
Del resto, anche la squadra che ha modellato sembra proprio ispirata a questo tipo di equilibrio, a questa valorizzazione della personalità unitamente al culto della misura.
Questi sono valori che restano, conclusioni che una volta tratte, non possono essere inficiate neppure dai risultati, quando questi si faranno, speriamo il minimo indispensabile, negativi. E anche la precisazione che prima o poi quel tipo di risultati arriverà, non è forse l’ennesima testimonianza dell’equilibrio e del buon senso di Garcia?