(A. Vocalelli) – Era destino che fosse Di Francesco, vecchio cuore romanista, a dare ai giallorossi il primato in solitudine.Nessuno avrebbe mai immaginato, probabilmente, che il Sassuolo sarebbe riuscito nell’impresa della giornata andando a pareggiare al San Paolo, lì dove è caduto il Borussia Dortmund appena una settimana fa. Il pari del Sassuolo ha spianato dunque la strada per il primato in solitudine della Roma di Garcia, andata a collezionare la quinta vittoria consecutiva da inizio campionato, come non le era mai successo prima. La “solita” vittoria della “solita” Roma, capace di far sfogare il rivale per poi ferire inesorabilmente e implacabilmente nel secondo tempo. Già, tutte le reti giallorosse sono state segnate nella ripresa e non può essere un caso. La Roma è un diesel che studia e sfianca gli avversari per metterne a nudo tutti i difetti e andare a colpire quando, abbassata la guardia, le mostrano il fianco.
Garcia ha vinto la partita, riuscendo anche a dare un segnale di partecipazione e comunione a tutti, con qualche cambio che ha mutato il volto della Roma ma non il suo modo di stare in campo. Inizialmente è rimasto addirittura in panchina Francesco Totti, che con l’entusiasmo e la disponibilità di un ragazzo si è poi buttato nella mischia propiziando, con una corsa di quaranta metri, il gol che ha chiuso la partita. Nella squadra giallorossa tutti sono protagonisti e nessuno è lasciato ai margini. Basti pensare che Gervinho è stato addirittura il nono giocatore diverso della Roma ad andare a segno in queste ultime cinque partite.
La Roma è in testa alla classifica, da sola, ed è un’orchestra in cui tutti si esaltano. Anche per questo Garcia è uscito dalla tribuna alzando festoso un pugno al cielo. La Roma è già come la sognava.