(Repubblica.it) – Domani sera tocca al Milan: in occasione della gara con la Sampdoria,curva chiusa per i cori contro i napoletani. E’ la quarta volta sinora in campionato (e siamo solo all’inizio): Lazio, Roma, Inter ieri e ora Milan. La mannaia della Figc non risparmia nessuno. Il 5 agosto scorso è stata recepita la direttiva Uefa per stroncare il vergognoso fenomeno del razzismo. Giancarlo Abete ha varato norme durissime, sin troppo secondo alcuni: niente esimenti o attenuanti, in caso di cori razzisti (o di discriminazione territoriale, vedi Napoli) è automatica la chiusura di una curva, o di un settore dello stadio. In caso di recidiva, gara a porte chiuse (Lazio, Roma, Inter e Milan quindi rischiano moltissimo). Non piace al Viminale, e a molti presidenti, questa decisione: ma Abete ha voluto dare un segnale di rottura con il passato, visto che le ammende non servivano a nulla. Al Viminale c’è forte perplessità per queste norme, che rischiano di innescare il ricatto da parte dei violenti nei confronti delle società. Basta resistere, cosa che alcuni presidenti ultimamente non hanno fatto (leggi: Corioni, Cairo e Spinelli). Ma anche la polizia ha le sue colpe: molto spesso alcune questure sottovalutano il fenomeno-razzismo. C’è una legge che lo punisce, la legge Mancino: d’accordo che non è facile da applicare, ma con buona volontà, e maggiore organizzazione, qualcosa si può fare. Ci sono gli strumenti tecnici per individuare questi idioti. Il compianto capo della polizia, Antonio Manganelli, aveva portato avanti il progetto degli stadi senza polizia. Un’idea condivisa da tutti: ma si è visto ultimamente che gli stewards, pochi e a volte sottopagati, da soli non ce la possono fare per combattere i violenti, i prevaricatori. Quella che Roberto Massucci, vicedirettore Osservatorio, ha chiamato “illegalità strisciante”. E’ arrivato il momento di dare una svolta negli stadi, se vogliamo davvero riavvicinare le famiglie. Forse la polizia deve tornare, senza dare troppo nell’occhio ma aiutando gli stewards in un’opera di “ripulitura” quantomai necessaria.
A Reggio Emilia, in occasione di Sassuolo-Inter dalla tribuna erano stati sentiti chiaramente cori contro Napoli e i napoletani. Ma nel referto di arbitro e 007 della Procura federale non c’era nulla: non li hanno sentiti? Può anche capitare, dipende da dove ti trovi. Oppure sono stati considerati “solo” ingiurie fra tifoserie, cosa peraltro (purtroppo) abbastanza comune. L’Inter ha rischiato molto, essendo recidiva poteva vedersi chiudere San Siro in occasione della gara con la Roma. Di solito Stefano Palazzi manda due inviati della Procura per partita, uno si piazza in campo vicino alle panchine, l’altro in tribuna. Forse due sono pochi per certe gare. E’ chiaro che non basta il coro di pochi idioti per fare scattare la segnalazione al giudice, altrimenti chissà quante partite si giocherebbero senza spettatori. Ci vuole una discreta rappresentanza di incivili (tranquilli, si trovano facilmente…) per fare scattare le porte chiuse o lo stadio chiuso. Così come abbiamo fatto notare che gli spettatori perbene, la stragrande maggioranza, non prendono (quasi mai) le distanze da questi beceri che penalizzano anche loro. Da considerare inoltre che in Italia la sanzione è molto più severa rispetto all’estero: gli abbonati della curva chiusa infatti non possono comprare un biglietto per un altro settore dello stadio. All’estero non succede, da noi è possibile solo perché ci sono i biglietti nominativi. Per finire quindi, devono intervenire non solo le questure ma anche i club. Aspetto ancora un presidente che dica: “Noi quella gente non la vogliamo”.