(A. Vocalelli) – Fa impressione il cammino della Roma, che ha dieci punti in più rispetto allo scorso anno e ha fatto meglio di Luis Enrique e Zeman messi insieme. Già, nelle due precedenti esperienze i giallorossi alla sesta avevano otto punti in classifica: neppure sommandoli si arriverebbe ai diciotto attuali. Ma non è questo l’unico dato che impressiona: colpiscono i diciassette gol segnati, a fronte di uno solo incassato. Come dire che, forse, non è indispensabile sbilanciarsi per arrivare al bersaglio ma, come abbiamo detto mille volte, ciò che conta è l’equilibrio. L’equilibrio, certo, di gioco e anche nei giudizi. Per questo, in nome di questo equilibrio, sarebbe sciocco affermare che la Roma è adesso una squadra invincibile, destinata a vincerle tutte.
C’è però un dato, e i numeri offrono sempre una verità oggettiva, che deve rassicurare Garcia e la sua squadra. Le sei vittorie consecutive non sono un risultato effimero, un semplice motivo di vanto e soddisfazione, un modo per brindare a un record. Le sei vittorie consecutive, ed è chiaro, rappresentano piuttosto una ricchissima dote, uno splendido trampolino di lancio per poter arrivare all’obiettivo stagionale, che la società ha fissato nell’ingresso in Champions League. Bene, sapete con quanti punti, negli ultimi tre anni, ci si è piazzati al terzo posto, staccando dunque il biglietto per la competizione internazionale più importante? Nel 2011 ci sono voluti i 70 punti del Napoli, nel 2012 i 64 dell’Udinese e lo scorso anno i 72 del Milan. Come dire che la Roma, per arrivare almeno terza, ha a questo punto bisogno di fare dai 46 ai 54 punti in 32 partite. A una media francamente più che possibile: poco più o addirittura poco meno di un punto e mezzo a partita. Insomma, la strada è lunga, arriveranno i momenti difficili, si alzerà l’asticella della difficoltà delle partite, ma tutto il lavoro giallorosso ha già prodotto un suo significato molto concreto in chiave Champions.
Senza contare un altro particolare, questo di carattere tecnico. Si è sempre detto che il vantaggio della Roma (e dell’Inter) è anche nella possibilità di non avere impegni infrasettimanali. Ma nel frattempo, fin qui, si è giocato un solo turno europeo. Insomma, la Roma non ha ancora sfruttato il vantaggio e una possibile maggior freschezza rispetto ai rivali. Questo, eventualmente, succederà e si potrebbe concretizzare più avanti.