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REPUBBLICA.IT Roma, in testa non per caso. Ora l’esame da grande

Garcia

(M. Pinci) – Alle vertigini, il volto spigoloso di Rudi Garcia deve aver fatto l’abitudine. Se il primato solitario era arrivato con soddisfazione mista a sorpresa in una notte di Genova, la conferma al vertice della graduatoria della serie A è una dimostrazione di forza, 5-0 al Bologna divelto da Gervinho e Florenzi, Benatia e Ljajic. Quasi a ribadire che, sì, oggi la più forte è proprio lei. La Roma corre, e in cima alla vetta del campionato italiano sembra quasi starci bene. A dispetto delle pressioni di una piazza come Roma, dove l’eccesso è la regola e un primato così ha già iniziato a infiammare i sogni della gente.

NUMERI RECORD E PRESSIONI – Miglior attacco, con 17 reti fatte, e miglior difesa, un solo gol al passivo: i numeri certificano che lassù, la Roma, non ci è finita per caso. In fondo, vincere sei partite su sei in avvio non le eramai successo in 86 anni di storia. In Europa, in tutta Europa, soltanto altre tre squadre marciano a punteggio pieno: Barcellona e Atletico Madrid in Spagna, Standard Liegi in Belgio (addirittura 9 vittorie su 9). Un club d’élite cui Garcia ha iscritto la propria creatura, eccitando la città.

L’allenatore francese ha comunque saputo gestire la concentrazione del gruppo in una settimana scandita dalla festa derby prima, e da quella per i 37 anni del simbolo Francesco Totti poi: nessuna concessione a distrazioni, con il Bologna. Neanche di fronte alla piazza che ora continua ad aspettarsi conferme, sognando per eccesso. La parola scudetto che il francese si guarda bene anche solo dal pensare (“Non capisco questa domanda”) inizia a fiorire sulle labbra di qualche tifoso. Acuendo la pressione su De Rossi e compagni. Se non altro, la squadra sembra non risentirne, e anzi si gode la propria identità tattica: la Roma è la squadra con più passaggi riusciti e più palle giocate. Ma anche quella più protetta: pressing sui portatori avversari, e una difesa difficilmente penetrabile, che mai si espone all’uno contro uno con l’avversario, fanno di De Sanctis il portiere meno impegnato della serie A. Ma Garcia non si fida: “Quando le cose sono quasi perfette possono solo andare peggio”.

SABATO CON L’INTER L’ESAME DI MATURITÀ – La critica, è inevitabile, ha il fucile carico: la Roma prima, oltre al derby, non ha ancora affrontato ostacoli davvero impegnativi. Nessuna big, per intenderci, anche se Livorno e Verona asfaltate nelle prime due giornate, sono oggi subito a ridosso delle grandi. Eppure già da sabato Garcia ha l’occasione per trovare risposte a questo dubbio. La Roma giocherà a Milano contro l’Inter di Mazzarri, altra imbattuta (come Juve e Napoli) di questo campionato, altra macchina (quasi) perfetta, se si esclude il piccolo passo falso di domenica a Trieste contro il Cagliari: il primo, vero esame di maturità per la capolista a sorpresa. Tra l’altro, contro quel Mazzarri che Sabatini avrebbe voluto a Trigoria, prima di vedersi sbattere la porta in faccia.

Capitan Totti assicura: ”Il prossimo fine settimana dovremo andare a giocarcela a Milano e sarà dura perché l’Inter farà di tutto per renderci la vita difficile, è una squadra forte. E i nerazzurri saranno il nostro pensiero fisso, non da metà settimana o da domani: da adesso”.

ANCHE I BABY VOLANO: LA PRIMAVERA FA 7 SU 7 – Se la Roma vola, anche il settore giovanile giallorosso tiene ritmi analoghi. Riuscendo a andare addirittura meglio dei “grandi”: la Primavera di Alberto De Rossi marcia a punteggio pieno in campionato, 5 vittorie in 5 gare con 22 gol fatti e 4 subiti, cui aggiungere due vittorie in due gare di coppa Italia. Sette successi in sette incontri, allora, per i baby giallorossi. Una macchina da guerra di baby promesse, che tenta di replicare sul campo “Di Bartolomei” di Trigoria le imprese di Totti e compagni. Imitata già anche dai più piccoli Allievi Nazionali: tre partite giocate e tre vittorie per i ragazzini allenati dall’ex romanista (e laziale) Muzzi, contro Avellino (5-0), Napoli (1-5) e Crotone (3-1), in attesa di sfidare la Fiorentina per la quarta giornata. Sognare, alla Roma, è diventato contagioso.

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