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ROMA-LAZIO Stranieri e vincenti, è derby Garcia-Petkovic

Rudi Garcia
Uno e’ svizzero di origine croata e ha un feeling speciale con il derby capitolino, visto che ha arpionato due gare su tre e la vittoria in Coppa Italia gli ha salvato la stagione. L’altro e’ francese di origine spagnola e nell’approccio al calcio italiano ha mostrato decisione e merito, con un filotto di tre successi che ha elettrizzato una tifoseria sull’orlo di una crisi di nervi. Vlado Petkovic e Rudi Garcia sono una razza in via di estinzione, timonieri stranieri che si accingono a guidare Lazio e Roma nel derby di domenica, quasi un affare di stato visto che per i problemi di ordine pubblico c’e’ il timore che il futuro della stracittadina possa essere altrove o a porte chiuse.

Mentre tanti tecnici lavorano all’estero (Capello, Ancelotti e Spalletti in team di prestigio, con Mancini e Trap in standby) in Italia vige una sorta di autarchia e si e’ ridotta la colonia di allenatori provenienti da fuori. Oltre a Roma e Lazio solo Cagliari (con Diego Lopez) e Napoli (con Rafa Benitez) hanno scelto di non attingere dal supercorso di Coverciano. Pochi ma buoni visto che dopo tre giornate Garcia e Benitez si trovano a punteggio pieno soli in vetta. Petkovic, otto lingue e tre cittadinanze, in oltre un anno e’ rimasto a galla signorilmente tra mille difficolta’ mostrando competenza e stile; Garcia, che ha vinto in Francia con un’outsider e conosce la Champions, e’ passato come un bulldozer tra isterismi e contestazioni. Due stranieri colti e preparati, che nel Gran Tour in Italia vogliono incidere. Uno fa segnare la sua squadra nel primo tempo, l’altro nella ripresa, entrambi privilegiano il bel gioco, serrano la difesa ma vogliono imporre l’iniziativa e hanno come grimaldello due mattatori senza tempo, Klose e Totti.

E i tifosi delle grandi nemiche, perplessi su alcune scelte societarie, sanno di potersi fidare di questi moderni capitani di ventura anche perche’ nella capitale tre scudetti su cinque portano il marchio estero: l’ungherese Alfred Schaffer nel titolo giallorosso del 1942, poi due svedesi, Nils Liedholm e Sven Goran Eriksson. Nel derby delle panchine estere la Roma vince di poco, 26 allenatori contro 22 con prevalenza iniziale delle scuole inglesi e danubiane. Il salto da una sponda all’altra del Tevere lo compiono in cinque: l’ungherese Geza Kertesz e’ una meteora degli anni ’40 nella Lazio e poi nella Roma, l’inglese Jess Carver guida prima la Roma negli anni ’50, poi la Lazio passando dal terzo posto alla prima retrocessione biancazzurra. Poi, svoltato il decennio, l’argentino Juan Carlos Lorenzo passa dalla Lazio alla Roma (vincendo una Coppa Italia) poi torna alla Lazio per riportarla in serie A. In tempi piu’ recenti un giovane Eriksson vince una coppa Italia con la Roma poi arriva oltre un decennio dopo alla Lazio e ottiene uno scudetto e due Coppe Italia. Tante emozioni ma molte delusioni per Zdenek Zeman, prima alla Lazio e poi due volte alla Roma. Ma le sfide piu’ accese sono state spesso contrassegnate dalla rivalita’ dei due tecnici stranieri. Argentini e scaramantici, Helenio Herrera e Juan Carlos Lorenzo hanno battagliato a lungo: celebre il derby di Coppa Italia del 1969 sospeso per guasto elettrico sul vantaggio della Roma 1-0 e Lorenzo espulso che, secondo il tamtam romanista, fa staccare le luci. Finisce 2-0 a tavolino. Bilancio in pari a meta’ degli anni ’70 nelle sfide tra il Barone Liedholm e ‘o lione’ Vinicio, come quelle tra Liddas e lo Zeman laziale. Ben diverso il computo tra lo Zeman romanista ed Eriksson laziale: in quattro mesi a cavallo del 1998 quattro ko della Roma che restano a lungo scolpiti nella pelle della Curva Sud. Come la sconfitta del 26 maggio che Petkovic infligge alla Roma e che Rudi Garcia e’ chiamato a vendicare domenica se vuole entrare nel cuore della tifoseria giallorossa.

Fonte: Ansa

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