Fino alla quinta giornata di questo campionato si è parlato della Roma di Garcia come una squadra da secondi tempi, capace di sfruttare i primi 45 minuti di gara solo per studiare gli avversari, grazie all’occhio vigile del fedele Bompard. Negli ultimi 180′ le cose sono cambiate: i giallorossi hanno realizzato 6 reti nei primi tempi, conquistando di fatto 6 punti proprio grazie all’ottimo impatto sulla gara. Ora cosa si dirà della Roma?
L’INTER PRESSA. Mazzarri ha studiato l’avversario, cercando da subito di pressarlo per impedire al centrocampo romanista di tessere la solita ragnatela, in grado di addormentare la gara prima dell’improvvisa e decisiva sterzata. Così l’Inter parte subito in pressione, andando a prendere addirittura Benatia e Castan. Ma se Mazzarri cerca di cogliere di sorpresa la Roma, Garcia non resta di certo a guardare; il tecnico francese cambia la squadra, non a livello di interpreti, ma a livello di gioco. I giallorossi si abbassano e impostano la gara sulle ripartenze: Totti lancia, Gervinho e Florenzi affondano, sempre accompagni da almeno due compagni.
IL CONTROPIEDE. I contropiede di Totti e compagni sono da ‘Manuale del calcio’, come direbbe Altafini: tre tocchi in verticale e l’azione si chiude. Si potrebbe parlare della prima rete, propiziata però da uno sciagurato errore di un Ranocchia assolutamente lontano dall’assomigliare ad un giocatore di massima serie, oppure dell’azione che ha portato al rigore del raddoppio del Capitano, con uno Gervinho in versione Alberto Tomba. Ma parliamo del contropiede della terza rete, che racchiude il gioco del calcio in pochi tocchi. Calcio d’angolo avversario e squadra cortissima, con Totti pronto a prendere la ribattuta fuori dall’area di rigore (situazione che si è ripetuta in tutta la gara); il numero 10 in pochi attimi mostra al mondo la protezione del pallone, il palleggio con pressione avversaria ed il passaggio filtrante. Passaggio per Strootman che guida la ripartenza, supera la metàcampo accompagno a destra da Florenzi, a sinistra da Gervinho ed addirittura da Castan; l’olandese sceglie di servire proprio Florenzi, che chiude la gara con un diagonale imparabile.
GERVINHO. La chiave della gara è proprio nella prestazione dell’ivoriano. La sua corsa è degna di quella di un centometrista, i suoi movimenti mettono in crisi un’intera squadra avversaria (chiedere a Rolando e Ranocchia per avere conferme). Garcia aveva detto che il ragazzo ha bisogno di sentirsi ‘coccolato’ per esprimersi al meglio, evidentemente nella Capitale si sente amato, gioca con la tranquillità che permette alle sue qualità di emergere.
LA GRINTA. Quella di Strootman quando catechizza Juan Jesus dopo aver ricevuto un blocco dal brasiliano. Quella di Castan quando dopo ogni contrasto vinto strilla in faccia all’avversario. Quella di De Sanctis, che strilla contro ogni essere vivente anche dopo il goal annullato a Ranocchia, prendendosi un’ammonizione per proteste pur avendo Tagliavento fischiato a suo favore.
TOTTI. 230.
A cura di Luca Fatiga
@LucaFatiga9