Il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni ha rilasciato un’intervista al canale tematico giallorosso parlando dello splendido momento attraversato dalla squadra di Rudi Garcia, prima in classifica con sette vittorie in sette partite. Queste le sue parole:
Grande entusiasmo in città dopo queste sette vittorie in sette partite.
“Io ci sarò quasi sicuramente, attendo Roma-Napoli con grande curiosità per vedere se la squadra sarà in grado di continuare sulla strada intrapresa”.
Il 22 luglio 2013 è diventato ufficialmente il direttore generale della Roma. Cosa è cambiato?
“Sono aumentate le responsabilità, sono diventate più dirette. Per me però è un grande privilegio essere un dirigente di questa squadra, far parte della Roma è un privilegio oltre che una responsabilità verso le tante persone che amano fin da bambini come me questi colori”.
Il calore dei tifosi aumenta giornata dopo giornata. Solo merito dei risultati della squadra?
“Indubbiamente i risultati sono importantissimi per avvicinare i tifosi alla squadra, ma i risultati sono frutto del lavoro fatto all’interno del campo e all’interno della società. Siamo qui per lavorare e sviluppare un modello di lavoro a lungo termine, che dia continuità nel tempo. Lavoriamo ogni giorno sotto tutti i punti di vista anche e soprattutto sul nostro settore giovanile che è un’eccellenza in Italia. Stiamo lavorando anche sulle infrastrutture, sul progetto stadio. I risultati sono la testimonianza del lavoro della società”.
Avete riportato pezzi di storia all’interno della Roma, dal campo per Agostino Di Bartolomei all’Hall of Fame e i nostri abbonati le chiedono se Montella sarà in campo quando premierete i nuovi famers.
“La storia della Roma è piena di campioni ed è stato un piacere ospitare questi giocatori che hanno fatto sognare generazioni di tifosi giallorossi. Montella?Vincenzo è il nostro problema (ride, ndr). Dovranno essere complementari i calendari della Roma e della Fiorentina. Quando troveremo quella data premieremo i nuovi iscritti nella nostra Hall of Fame. Da quest’anno la società ha messo a disposizione un palco in Monte Mario per gli ex giocatori che vogliono venire a vedere le partite della Roma. Nella prima manifestazione che abbiamo fatto è stato ancora più bello vedere gli altri che hanno partecipato, in alcuni casi c’erano parenti e figli. Mi piace ricordare la figlia di Amedei che era in ospedale, si sono riconosciuti con altri figli e hanno potuto ricordare momenti. Un altro esempio era a Roma Bologna, c’erano Rosati e Leonardi e Rosati ha detto che si era affezionato al calcio vedendo giocare Leonardi”.
Il ponte si crea anche con i giovani?
“Si speriamo e c’è gente che sta facendo lavoro egregio per raccogliere testimonianze di quello che era la Roma del passato, si possono trovare nel sito e sta per uscire un libro. Spero che questo sia utile per i giovani tifosi. Il tempo cambia per il modo di fruire della squadra. Mi ricordo l’anno del secondo scudetto, si vedevano solo i gol e raramente c’era la Roma nel secondo tempo della partita, io solo sentendo in radio disegnavo le azioni su un quaderno. Ora la visione è più immediata, diretta, veloce, resta di meno la stiria della partita e del campionato”.
Abbiamo parlato di futuro e quindi parliamo di ambizioni di questa società. Quali sono quelle della Roma?
“Se noi non pensassimo o non riconoscessimo le possibilità di questa squadra e di questo palcoscenico non saremmo in grado di fare questo lavoro. Le ambizioni devono essere illimitate, puntare all’eccellenza e cercare di raggiungerla. Sappiamo, e nessuno di noi pensa il contrario essendo realisti, che oggi la Roma non è la squadra migliore d’Europa ma la nostra ambizione è di riuscire ad esserlo nel futuro e lavoriamo per questo ogni giorno”.
Per fare una grande squadra servono grandi giocatori. State già pensando di rinforzare la squadra nel prossimo mercato per centrare il terzo posto?
“Parlare di mercato ora sarebbe davvero sciocco. La squadra si sta assemblando bene, sta facendo bene. Dietro ai ragazzi che si stanno mettendo in mostra abbiamo altri giocatori presi o quest’anno o lo scorso anno che ancora devono dimostrare il loro grande valore”.
Nel mercato però è impossibile non ascoltare offerte pesanti e forse irrinunciabili.
“Nulla è obbligato , non vuol dire rinunciare alle ambizioni. Quando si parlava del trasferimento di Lamela avevo detto che qualsiasi scelta era per rendere la Roma migliore. Vendere Lamela e Marcos non vuol dire dismettere un ruolo di potenziale protagonista, ma muoversi nel mercato. Non si può pensare che ci sia un uomo che va a colmare un gap tra Real, Barcellona e Roma: ci si deve arrivare per gradi senza mai rinunciare alla competitività”.
Il valore del titolo della Roma in Borsa è raddoppiato da inizio campionato. Come si spiega questa variazione?
“Non posso rispondere perché la Roma è una società quotata e i commenti possono essere interpretati male. Mi devo astenere dai commenti e quindi mi limito all’ovvio. Una squadra che va bene, può far crescere il valore”.
L’ultimo relazione del bilancio ha mostrato che i ricavi sono in crescita.
“Sì abbiamo avviato un percorso, siamo ancora all’inizio e vogliamo fare meglio. posizionare la Roma tra i club che siano attrattivi per quelli che sono gli sponsor, per le grandi aziende. Vogliamo essere tra i brand calcistici più interessanti”.
Quanto è importante l’esportazione del brand nel mondo?
“Non pensiamo che sia semplice per quello che è la storia e la tradizione del Paese. Non pensiamo sia facile, sappiamo per certo che abbiamo una potenzialità infinita a livello globale. Vogliamo far vedere la nostra presenza e attrarre tifosi in tutto il mondo”.
A novembre la Roma sarà in Indonesia, dove l’Inter in estate ha avuto 45.000 spettatori.
“Il nostro lavoro si basa sulle emozioni e vogliamo far vedere quelle rappresentate dai simboli della Roma”.
La sue emozione più grande da tifoso e quella più grande fin qui da dirigente.
“No, da dirigente sono concentrato sul lavoro e poi è passato troppo poco tempo quindi non posso pronunciarmi. Da tifoso potrei dire lo Scudetto ma sarebbe un po’ scontato e mi piace ricordare anche le vittorie mancate dalla Roma. Per esempio la Coppa Italia che perdemmo col Torino in finale dopo una semifinale in cui avevamo eliminato il Milan. 2-0 a Roma all’andata e nel ritorno Cervone parò un rigore a Papin. Poi negli spogliatoi Cervone e Zinetti protestarono e in finale giocò un ragazzo, Fimiani. Sfiorammo l’impresa dopo il 3-0 subito a Torino, vincemmo 5-2 con tre rigore di Giannini. Una partita epica, i giocatori erano commossi, dispiaciuti. Un’emozione che mi porto dietro ancora oggi. Il pubblico si esaltò e fu protagonista diretta in una partita che comunque ci lasciò tanta amarezza”.
Progetto stadio e campagna acquisti.
“Sono due discorsi diversi. Crediamo che in futuro lo stadio potrà essere un moltiplicatore di ricchezza per la società e quindi poi influire sulla campagna acquisti ma oggi sono discorso scollegati. Non abbiamo evidenziato un’area per lo stadio, abbiamo scandagliato tante soluzioni, tante aree cercando la più idonea. Abbiamo ricevuto più di 100 proposte, ne abbiamo scartate subito una ventina e abbiamo approfondito le altre settante-ottanta. Si è fatto un lavoro concreto. Siamo partiti da zero e ora siamo un passo avanti in vista delle autorizzazioni per la costruzione”.
Tema razzismo: la Roma tratta questo argomento con grande sensibilità come l’iniziativa “Don’t cross the line”.
“Sì abbiamo messo in atto iniziative importanti su cui lavoriamo con grande dedizione. Vorrei ricordare il SoleCuoreVillage fuori dallo stadio. Cerchiamo di trasmettere ai più piccoli i valori del rispetto dell’avversario, dell’impegno, del sacrificio e della competitività sempre nel rispetto delle regole. Siamo contrarissimi verso ogni discriminazione razziale e territoriale, ci siamo espressi duramente ogni volta che abbiamo potuto. Proporremo alla Lega Calcio altre iniziative e collaboreremo con tutta la Serie A in ogni iniziativa in merito”.
Quante volte sente il presidente Pallotta e come ha vissuto il presidente il derby allo stadio?
“Ci sentiamo con ottima frequenza, il presidente è normale che sia il primo tifoso. Ci tiene tantissimo alla Roma e non solo perché ha investito in maniera importante in questa società. Al derby è stato seduto pochissimo vicino a me, era emozionato e tesissimo, è stato quasi tutta la partita in piedi per questa tensione che lo attanagliava”.
Discorso sponsor principale e politica dei prezzi.
“Quest’anno lo sponsor è un anno di transizione, abbiamo chiuso con lo sponsor precedente, stiamo avviando una lunga partnership con un colosso come Nike che ha la possibilità di espandere il nostro brand nel mondo. Le trattative con chi si fa avanti oggi vanno lette in questo ordine: a livello di marketing, il valore che abbiamo oggi non è quello che avremo al primo luglio. Il prezzo dei singoli eventi è più alto perché noi vogliamo che la nostra tifoseria sia sempre presente, premiamo indubbiamente gli abbonati. E’ il nostro modo di pensare. Per questo cerchiamo di avvicinare il più possibile i nostri tifosi. Capiamo che fare l’abbonamento sia pagare di più in un’unica soluzione, ma anche per questo abbiamo messo a disposizione strumenti idonei per dilazionare una spesa importante in questo momento economico difficile”.
Come è stato il mercato con Sabatini?
“Sono ancora stanco (dice sorridendo, ndr), non ho fatto vacanza sicuramente non mi aiuta Sabatini che non fa vacanza da 20 anni. Il mercato è difficile, spesso in tempi tali da far concidere entrate e uscite nel rispetto della competività. E’ stato stressante la squadra ci sta ripagando”.
Quali sono gli investimenti per Roma Channel?
“Roma Channel è un mezzo con cui la Roma comunica all’esterno. E’ importantissima, fin dall’inizio mi sono occupato di problematiche che stavano mettendo a rischio. Gli americani sono esperti della comunicazione. Scusate se non vi abbiamo considerati una priorità ma riusciremo a rendere migliori il canale”.
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Fonte: Roma Channel