Il portiere giallorosso è il meno battuto d’Europa con un solo gol subito in 591 minuti, recuperi esclusi. “Totti è un compagno fantastico, Garcia ha un’intelligenza superiore”
(M.Calabresi) -Il 21 agosto, giorno dell’Open Day all’Olimpico, Morgan De Sanctis aveva fatto una promessa ai 30mila tifosi presenti nonostante la delusione per il derby di Coppa Italia perso fosse ancora vivissima. “Rialzerete la testa. Saremo noi in campo a rappresentarvi con orgoglio. Statene certi”. De Sanctis non ha dimenticato quelle parole e domenica, dopo il fischio finale, a Udine è esploso in un’esultanza in cui si è riconosciuto ogni romanista. “Tutto quello che sta succedendo è meraviglioso – ha raccontato il portiere abruzzese, ospite della trasmissione Tiki Taka su Italia1 -. Non preventivato, ma meritato. Neanche il più ottimista si sarebbe aspettato nove vittorie di fila, il nostro obiettivo è quello di continuare a lavorare. L’esultanza? Qualcuno ha voluto strumentalizzarla, come fu fatto con i problemi con la società (nel 2007, De Sanctis ricorse all’articolo 17 per svincolarsi dall’Udinese, n.d.r.). A Udine ho avuto sempre un bel rapporto con i tifosi, e mi rode subire contestazioni ogni volta che vado lì”.
RECORD — Con un solo gol subito, De Sanctis è il portiere meno battuto d’Europa, ma anche quello che ha dovuto parare di meno (19 volte, solo Abbiati con 18 è sotto nella classifica, ma ha giocato sette partite e non nove): il record di imbattibilità è arrivato a 591 minuti, recuperi esclusi, a meno di 200 da quello assoluto con la maglia della Roma detenuto da Ivan Pelizzoli, che nella stagione 2003-2004 arrivò a 774. “L’ultima volta che ho subito gol (il 16 settembre al 39′ di Parma-Roma, da Biabiany, n.d.r.) non avevo la barba – scherza De Sanctis -. Il segreto? La compattezza e la capacità di sacrificio, grande organizzazione e interpreti validi. Non si può prescindere dal collettivo in tutte le fasi della partita: ci siamo riusciti per queste nove partite e dobbiamo fare lo stesso per il resto della stagione”.
TIFOSI — Dopo San Siro, e ancor più dopo Udine, i tifosi hanno atteso la squadra a Fiumicino, cosa che ha sorpreso i giocatori stranieri (tra tutti, il portiere polacco Skorupski, che su Facebook ne ha postato il video), ma non De Sanctis. “I tifosi si sono fatti sentire ed è assolutamente legittimo, da parte loro, godere di questi attimi. Chi non può vivere di felicità parziali siamo noi, che dobbiamo guardare a un cammino lungo e tortuoso”.
TOTTI E GARCIA — A Roma, De Sanctis ha ritrovato anche Totti, con cui aveva condiviso la trafila delle nazionali giovanili: “Quello che più mi ha impressionato di Francesco è stata la capacità di relazionarsi quotidianamente con tutti. Come compagno è fantastico e nello spogliatoio è un ragazzo eccezionale; al di fuori, invece, la sua grandezza si vive con sudditanza”. Fantastico, almeno a sentire le parole dei calciatori, è anche Rudi Garcia: “È una persona di intelligenza superiore, questo lo porta ad avere un buon rapporto con tutti e relazionarsi con l’interlocutore in maniera privilegiata. In 50 giorni, poi, ha assunto una proprietà di linguaggio in italiano che lo fa essere chiaro con giocatori, tifosi, società e giornalisti”.
PASSATO — A De Sanctis fanno ascoltare le parole del suo ex presidente Aurelio De Laurentiis (“deve ringraziare il Napoli per averlo allenato e preservato”), lo stesso con cui il portiere ha dovuto trattare la cessione in estate, con tanto di rinuncia a una parte dei premi che gli sarebbero spettati. “Sono giustissime, mi fa piacere sentire queste cose perché tanti avevano strumentalizzato la mia cessione. L’investimento fatto su Rafael non mi avrebbe messo nelle condizioni di essere artefice del mio destino, cosa che invece era stata impostata al rinnovo del mio contratto a gennaio”. Chissà che il fatto che il Napoli abbia preso Reina e Rafael, per De Sanctis non sia stata una fortuna.