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AS ROMA Di Costanzo: “Garcia ha finalmente portato una ventata d’innovazione”

Garcia

Nello Di Costanzo, allenatore di calcio alla guida dell’Aversa Normanna, squadra che milita in Lega Pro Seconda Divisione, ha parlato a  riguardo dell’imminente sfida di venerdì sera tra Roma e Napoli. Di seguito le sue parole:

Il suo cuore e la sua vita professionale è sempre stata divisa tra Roma e Napoli. Venerdì per chi farà il tifo?

“In effetti si, io sono nato e cresciuto a Roma ma poi sono andato a giocare nelle giovanili del Napoli vincendo anche uno scudetto con la Primavera. La mia vita professionale si è svolta prevalentemente in Campania da calciatore, quindi sono molto combattuto e non so per chi farò il tifo.”

Vista la sua carriera da calciatore, da ex terzino quanto è difficile marcare un giocatore veloce ed imprevedibile come Gervinho?

“Effettivamente è molto difficile perché bisogna andare o sull’anticipo, quindi essere già pronti sulla traiettoria di un’eventuale passaggio che sta per ricevere, altrimenti una volta che è in possesso palla bisogna soltanto temporeggiare e non intervenire perché altrimenti ti salta. Quindi devi giocare d’anticipo altrimenti quando ha palla bisogna avere molta pazienza perché come fai il movimento della gamba per togliergli il pallone lui te la sposta e ti salta, quindi devi essere molto bravo a temporeggiare nell’uno contro uno.”

Invece da attuale allenatore, vista la squalifica di Balzaretti, a chi affiderebbe la corsia mancina? Ad un mancino naturale come Dodò o adatterebbe Torosidis a sinistra?

“Io forse sarei più propenso nella naturale sostituzione dei ruoli, soltanto che di fronte alla Roma ci sarà il Napoli che sta acquisendo esperienza e caratura europea che invece non ha il terzino brasiliano che potrebbe soffrire molto soprattutto in fase di copertura”

Secondo lei dove può arrivare l’ambizione della Roma? E’ veramente una squadra che può inserirsi tra Juventus e Napoli nella lotta finale al titolo, o è prematuro parlarne?

“In questo momento è la squadra da battere perché sta imponendo un gioco che rispecchia evidentemente un’identità già ben delineata e non è facile che a questo punto del campionato una squadra sia già così quadrata e compatta nonostante la ristrutturazione che ha subito in estate. Sicuramente ci saranno dei momenti di flessione, ma l’identità è già ben delineata ed è una squadra che è completa che fa un calcio sia pratico ma anche di velocità e spettacolo. Penso che in questo momento sia anche più forte della Juventus.”

Che ne pensa di Garcia?

“Mi piacerebbe molto studiare i suoi metodi perché ha finalmente portato, dopo tante vicissitudini negative , una ventata di innovazioni che sono una via di mezzo tra il calcio di Luis Enrique basato sul possesso palla, e un calcio difensivo che è la caratteristica principale del calcio Italiano. Anche il gioco di Zeman come quello dello spagnolo era un calcio che in Italia non si può proporre, troppo sbarazzino e spregiudicato dove appena ti sbilanci la squadra avversaria è pronta a castigarti. Quindi ha trovato il giusto mix tra il propositivo attraverso la ricerca del gioco senza però tralasciare degli equilibri che devono essere rispettati con una solidità difensiva, grazie anche ad un De Rossi ritrovato davanti alla difesa. Penso quindi sia stato molto bravo.”

In questi ultimi giorni si parla molto di un ritorno in nazionale di Totti. Lei che ne pensa? Da allenatore dove lo collocherebbe nello scacchiere tattico di Prandelli?

“Ovviamente lo collocherei dove lo sta facendo giocare il questo momento Garcia perché li da il suo meglio al contrario che sulla trequarti o sull’esterno dove lo collocava Zeman anche per il motivo che quelle zone del campo richiedono un dispendio di energie maggiore e non ce la farebbe. Ovviamente se Prandelli lo dovesse chiamare lo farebbe giocare lì dove sta dando il suo meglio sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo vista la sua eccellente forma fisica. In fondo la ha detto anche lo stesso ct che se a un mese da mondiale Totti dovesse trovarsi in questa condizione atletica non ci penserebbe più di una volta a portarlo. In questo momento è oggettivo che lui sia il miglior giocatore italiano e non vedo un motivo per cui lui non possa andare al mondiale, la scusa dell’età è solo un pregiudizio perché se corre come un ragazzino è giusto che parta per il Brasile.”

Fonte: asromaradio.it

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