«Non ci svegliate». Dopo due anni da incubo la tifoseria della Roma è tornata a sognare. Il primo posto in classifica, la partenza netta con otto vittorie su altrettante partite, un ruolino di marcia al momento inarrestabile, tutto contribuisce ad alimentare l’entusiasmo di una piazza che sembrava essersi inaridito dopo la sconfitta con la Lazio in finale di Coppa Italia. Da quel ko, invece, a Trigoria sono ripartiti a testa bassa, e adesso si godono i frutti del lavoro della squadra di Rudi Garcia.
Il tecnico francese finora non ha sbagliato una mossa, in campo e fuori. I giocatori, da capitan Totti (ko al flessore della coscia destra e pronto a sottoporsi agli esami per capire l’entità del problema muscolare) ai giovani passando per senatori come De Rossi, lo seguono con dedizione assoluta dal primo giorno di ritiro. Lo spogliatoio ha assorbito la filosofia di gioco di Garcia come una spugna per poi riproporla alla lettera sul terreno di gioco. La Roma segna sempre almeno due gol a partita, non subisce reti da 5 gare (7 in totale, l’unico a bucare De Sanctis è stato Biabiany a Parma), soprattutto vince e diverte.
Merito anche di scelte di mercato oculate fatte in estate dal ds Sabatini, come la decisione di ascoltare Garcia su Pjanic. Il bosniaco, mattatore col Napoli, è rimasto nella Capitale su precisa indicazione dell’allenatore che adesso, dopo l’exploit coi partenopei, avrà il compito di proteggere la squadra dai complimenti che stanno piovendo su Trigoria da tutta Europa (e forse, anche per far staccare un pò la spina, ha concesso al gruppo ben tre giorni di riposo).
«Imperiale» e «Irresistibile» sono infatti solo due degli aggettivi utilizzati nelle ultime ore dalla stampa internazionale per descrivere il cammino da record dei giallorossi. I numeri, d’altronde, non mentono e fotografano una grande Roma. Soltanto la Juventus, in Italia, è stata capace di vincere le prime otto partite di campionato: nel 1930-31, nel 1985-86 (con Trapattoni in panchina e Platini in campo), e nel 2005-2006 quando con Capello arrivò addirittura a nove successi consecutivi. E in tutte e tre le occasioni la Vecchia Signora finì poi per cucirsi il tricolore sulle maglie (l’ultimo titolo fu poi cancellato da Calciopoli).
La parola scudetto, però, resta tabù per Garcia, il cui obiettivo numero uno è riportare la Roma in Europa. La qualificazione alla Champions League è considerata imprescindibile da Pallotta (che in questi giorni nella Capitale ha incontrato lo sceicco Hamed Bin Ahmed Al-Hamed, membro della famiglia reale di Abu Dhabi, per parlare d’affari) che oltre a guardare i risultati del campo ha un occhio di riguardo anche per quelli del bilancio. E ieri sera il presidente, dopo la gara col Napoli, è andato a festeggiare il successo in un locale a due passi da Ponte Milvio assieme al resto della dirigenza, mentre la squadra ha preferito un ristorante brasiliano ai Parioli.
Fonte: Ansa