(D. Dallera) – Beceri e ripetitivi dal punto di vista letterario (cori razzisti o discriminatori territorialmente che siano sono sempre quelli: deprimenti) ma talentuosi, bisogna ammetterlo, nell’organizzarsi e distribuire il loro repertorio di nefandezze e nequizie su tutto il territorio italiano. Il passaparola dell’ultrà da stadio è evidente: offendiamo il prossimo, così a caso, quel tanto che basta per far chiudere prima le curve e poi gli stadi. La questione è maledettamente seria, e seria è la giustizia sportiva federale che, applicando la legge e facendo il suo dovere, li sbatte fuori (con la condizionale per ora) dallo stadio. Troppo tardi, forse, ma è giusto farlo, sapendo bene che andranno avanti, che continueranno, perché nel mirino, loro, i beceri, hanno messo le società di calcio. Che per troppo tempo hanno dialogato con gli ultrà. Ora, qualcosa bisognerà fare per tutelare le società e gli spettatori che amano lo sport. Certo, non arrendersi e non dargliela vinta.