(G. Piacentini) – C’è Totti, c’è Gervinho, c’è (in panchina ) Ljajic, ma il capocannoniere della Roma è lui: Alessandro Florenzi. Ventun anni, quarto gol in sette partite, seconda rete di fila dopo quella col Bologna, seconda marcatura per il secondo anno consecutivo a San Siro: Florenzi doveva essere la riserva di Strootman a centrocampo e invece è il titolare fisso del tridente d’attacco e costringe alla panchina Ljajic, costato alla Roma undici milioni più quattro di bonus. Non compariva nelle formazioni estive,Florenzi, compare invece in quelle di Garcia, che non lo toglie mai. E che proprio a lui, prima della partita, aveva chiesto di essere letale nelle ripartenze. Detto, fatto. Visto che Florenzi segna al 44’ e poi sfiora anche la rete del 4-0: «Imparo dai campioni – spiega- e così è tutto più facile. Siamo davvero una grande squadra». Se lo gode Prandelli, Florenzi, e se lo gode anche e soprattutto Rudi Garcia. Un allenatore talmente perfezionista che per prima cosa dice: «Mi dispiace un po’ che nel secondo tempo abbiamo tenuto poco il pallone. Abbiamo giocato da uomini – racconta il tecnico francese – messo in campo il cuore e vinto contro una squadramolto forte tecnicamente. Scudetto? Mancano ancora 31 partite…». Garcia ci crede, eccome,ma non lo dice apertamente perché adesso arriva il difficile: continuare a lavorare tenendo senza montarsi la testa: «Mi fido della mia squadra. Abbiamo lottato pur giocando in maniera diversa rispetto alle gare precedenti, sfruttando al massimo le ripartenze. Questo mi fa essere molto fiducioso per il futuro». Futuro, passato e presente della Roma si chiama Francesco Totti: «Il capitano è il nostro leader, l’esempio da seguire. Vederlo così felice, lui che è uno dei giocatori più forti di sempre, rende molto felice anche me».