Ormai è un branco, con una sua tana segreta. Rudi Garcia li ha condotti nella radura più lontana del centro sportivo di Trigoria. Sul Campo Testaccio, affondato nello spazio come il predecessore da cui prende il nome lo è nel tempo. (…)
REGOLE – Di diverso dagli altri oggi come oggi la Roma ha la fame. «Fame di giocare e, spero, ancora fame di vincere». Così dice Garcia nel suo italiano intessuto di sentenze. A vederli in gruppo, per gentile concessione mescolati con gli ospiti della crociera giallorossa d’estate ai quali poi gli spesso scorbutici giocatori concedono autografi, pare proprio che ne abbiano. Garcia parte con un torello e il branco lo divora. Sapete come si gioca, no? Quelli della Roma non lo sanno ancora benissimo e infatti Borriello bara con i ragazzi della Primavera. Comunque, tutti in cerchio e i due o tre che stanno in mezzo cercano di rubare il pallone passato rigorosamente di prima. (…)
PALCOSCENICO – E’ entusiasmo da lavoro ben fatto questo, non euforia gratuita. Un qualcosa che è andato crescendo dai tempi della tournée in America, si è nutrito dei risultati e ora deve trascinare la Roma oltre gli scogli di questa breve traversata in cui si fa a meno di Totti per un buon mese e anche di Gervinho per una partita almeno. Fino a ieri in realtà Garcia pensava a un recupero in dirittura dell’ivoriano, riservandosi di decidere questa mattina. Ma intanto nell’allenamento in palcoscenico ha messo gli esterni a crossare al centro come se già si recitasse il copione scritto per Borriello e ha invitato Ljajic a provare i calci di punizione in coppia con Pjanic.
Quel che gli preme tenere nascosti sono i movimenti della difesa. Quel che mostra orgoglioso al pubblico sono le prove di ko. (…)