(P. Torri) – L’Embraer 135, sigla A6GCC, jet privato, compagnia Gama Aviation, sede Abu Dhabi, in pratica la compagnia della famiglia reale del posto, trentasette posti comodi che più comodi non si può, motoriRolls Royce giusto per sottolineare che chi ce l’ha è uno di quegli uomini che non devono chiedere mai, costo che a un comune mortale non basterebbero cento vite per garantire solo l’anticipo, ha toccato terra, aeroporto di Ciampino, poco dopo le quindici, a meno di sei ore dal fischio d’inizio di un Roma-Napoli mai così Roma-Napoli.
INCONTRO – L’imprenditore arabo è entrato nella saletta vip da solo, lasciando la scorta e i suoi collaboratori all’esterno, per incontrarsi con Pallotta e l’entourage dell’americano colorato di giallorosso. Una chiacchierata non proprio mordi e fuggi, una novantina di minuti, sì, più o meno il tempo di una partita di calcio, in cui non crediamo di azzardare immaginando che si sia parlato d’affari. […]
SALUTI – Alle sedici e venti minuti, Hamed Bin Ahmed Al-Hamed e James Pallotta si sono calorosamente salutati. L’imprenditore americano è tornato nel suo albergo romano prima di trasferirsi all’Olimpico per godersi la sua Roma che da capolista e sempre vincente ha affrontato il Napoli. Losceicco (sì sceicco anche se dopo quello che è successo qualche mese fa, facciamo un pizzico di fatica a usare nuovamente la parola) è risalito sul suo jettino da straricco e alle sedici e trentacinque è decollato, con tutto il suo entourage, alla volta di Ginevra. Questi i fatti, verificati e verificabili. Visti i precedenti (ricordate lo sceicco perugino da due camere, cucina e bagno, per esempio?), meglio andarci cauti per non rischiare, perlomeno, le ire della Consob, l’ente che controlla la Borsa. Magari l’incontro tra i due imprenditori è stato relativo solo a qualche investimento da perfezionare nel fondo Raptor. Oppure, magari…