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GAZZETTA DELLO SPORT Balbo: “Totti da mondiale e Roma favorita”

Abel Balbo

(C.Zucchelli) – Sedici anni fa, quando la Roma di Zeman batteva il Napoli per 62 all’Olimpico, il tridente era formato da GautieriBalbo e Totti. La fascia di capitano era però sul braccio dell’argentino, che quel giorno del 1997 – era il 5 ottobre – realizzò una tripletta: «Il primo di quei tre gol – ricorda – fu il mio centesimo in Serie A». Lo dedicò alla moglie, mentre gli altri due «ai tifosi, che con questa Roma possono sognare ». Un po’ quello che succede oggi: i giallorossi sono primi in classifica a punteggio pieno, il Napoli insegue ad appena due punti. Guidate da Totti e Higuain, le due squadre si affrontano venerdì «in una partita che – dice ancora Balbo – sarà spettacolare e, credo, ricca di gol».

Si aspettava questo inizio di stagione dei giallorossi?

«No, ma credo nessuno ipotizzasse una partenza così lanciata. Insieme proprio al Napoli, la Roma ha dimostrato di essere la squadra che gioca il calcio migliore in Italia».

Sedici anni dopo quella tripletta, c’è ancora Totti in campo.

«È straordina r i o . Quando lo vedevo allenarsi da ragazzino ero sicuro che avrebbe fatto una carriera incredibile, ma non p e n s a v o che potesse arrivare a segnare così tanto».

Perché?

«Un attaccante vero, come ero io o comeHiguain, ad esempio, è egoista, pensa solo e soltanto a far gol, ce l’ha nel sangue. Francesco invece aveva ed ha ancora un grande altruismo, ama accarezzare la palla, giocarla, servire i compagni. E questo in zona gol spesso si paga. In parte mi ha stupito, ancora gioca e segna ad altissimi livelli».

È più determinante lui per la Roma o Higuain per il Napoli?

«Sicuramente Totti, la Roma non può farne a meno. Anzi, la squadra gioca così bene proprio perché lui, da centravanti atipico, dà un equilibrio maggiore e, anche se fa qualche gol in meno, apre gli spazi per gli altri che segnano tanto. Anche Gonzalo sa far giocare bene la squadra ed è determinante, però per il motivo opposto: finalizza sempre l’azione, sbaglia poco e ha l’istinto del bomber». Si aspettava che faticasse di più in Italia? «No, perché veniva dal Real Madrid e, prima ancora, dal River Plate, dove c’è una pressione enorme. Giocare in Italia non è una sfida complicata, magari avrebbe sofferto di più se fosse arrivato qui direttamente dall’Argentina».

Con Baldini, nel 2004, Higuain poteva vestire la maglia della Roma a 17 anni. La cosa non andò in porto, così come non andò il suo trasferimento al Napoli.

«È vero, c’era stata questa possibilità prima di arrivare alla Roma, ilNapoli mi aveva cercato, non se ne fece nulla».

Tra 8 mesi ci sarà il Mondiale: Totti lo porterebbe?

«Sì, se sarà in queste condizioni. È un grande calciatore che, oltre alla tecnica, fa gruppo, ha carisma e personalità».

In Brasile ci sarà Higuain. Non è facile emergere in una nazionale con tante stelle come quella argentina.

«Sì, ma lui ha la personalità per fare bene. Gioca molto per la squadra, è un misto tra me e Batistuta, adatto a un calcio fisico ma con grande tecnica».

Un pronostico per venerdì?

«Partita apertissima, con la Roma favorita. Ma di poco».

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