(M. Cecchini) – In anni di Superenalotto ammiccante e invasivo, ormai le giovani generazioni stenteranno a comprendere come ci sia stato un tempo in cui «fare 13» poteva significare cambiare tutto, perché il totocalcio sapeva infilare nelle tasche di qualche fortunato quanto bastava per sognare. Ecco, se economicamente parlando, il 37enne Francesco Totti il numero fortunato ha scoperto di averlo in tasca da quando ha accarezzato il pallone per la prima volta, il 13° gol realizzato ieri in una porta di San Siro – tra campionato e Coppa Italia, compresi quelli a danno del Milan (7) – ha avuto il sapore della svolta, dell’apertura di una cassaforte di ambizioni impossibili.
TRA PIOLA E L’ITALIA Non a caso il salvadanaio della sorte si è aperto subito, regalandogli il bis su rigore (gol n°14) e e poi la tripletta romana innescata da una giocata folgorante del numero 10 al limite della sua area e santificata da Florenzi. Ma non basta. La doppietta di San Siro, lo porta anche ad un’altra cifra storica: 300 gol in carriera, tra campionato, coppe italiane, coppe europee e Nazionali (A, Under 21 e 23). E se Osvaldo dall’Inghilterra lo festeggia con un tweet («Che spettacolo vecchio!»), nessuna meraviglia perciò che – parlando di Totti e dei suoi 230 gol in Serie A – si torni a parlare di lui come unico, possibile candidato a spodestare Piola dal trono di cannoniere assoluto, ghiacciato nell’empireo delle sue 274 reti nei campionati a girone unico. Ma non basta. In fondo alla strada c’è dell’altro, ovvero un’avventura chiamata Mondiale da giocare in Brasile, nella patria riconosciuta del calcio.Al di là dei (legittimi) dubbi sulle opportunità e sui rischi, sia Prandelli che e Totti avrebbero il diritto-dovere di pensarci. Soprattutto se a maggio la condizione fisica del campione resterà la stessa.
«TUTTO POSSIBILE» «Vincere in questo modo alla Scala del calcio è sempre bellissimo – dice il capitano a fine partita – ma alla Nazionale per ora non ci penso. Mi godo questo momento. Scudetto? Per ora è una parola che non ci riguarda, ci sono un paio di squadre più forti di noi, ma con questo gruppo tutto è possibile. Non ci nascondiamo, quando la testa è libera riesci a fare qualsiasi cosa, perché nessuno si sarebbe aspettato un inizio del genere. La nostra continuità e la cosa più bella. Adesso però rimaniamo coi piedi per terra, poi alla fine tireremo le somme. L’organico comunque è all’altezza delle prime tre, perciò l’obiettivo è arrivare in Champions League. Secondo Garcia sono una leggenda? Le sue sono parole che gratificano, ma siamo un gruppo unito, con giocatori di livello internazionale. Adesso è tutto l’insieme che funziona». Vero, ma se a dirigere l’orchestra resta quel vecchio ragazzo. Che non ha ancora voglia di smettere di sognare.