

(C.Zucchelli) – Analisi del centrocampo giallorosso a confronto con il resto delle big d’Europa.
Non soltanto i tre titolari Bradley, cambio d’autore
«Voglio un centrocampo perfetto perché è il cuore del mio gioco». Parlava così Rudi Garcia il primo agosto dagli Stati Uniti. «De Rossi, Pjanic, Strootman, ma anche Taddei, Bradley, Florenzi e Marquinho: ho tanti giocatori a disposizione, sono soddisfatto», aggiungeva poi. Di questi calciatori, tolti gli ultimi due che giocano in attacco, tutti si stanno ritagliando uno spazio in quello che sembra il centrocampo migliore d’Italia. In attesa di confrontarsi sul campo, e non più a distanza, con quelli europei. I titolari sono De Rossi, Pjanic e Strootman: 9 presenze l’italiano e il bosniaco, 8 l’olandese, 5 i gol. un mix perfetto di tecnica, classe, grinta e personalità. I ricambi sono Bradley (un gol) e Taddei, nomi che, a lungo andare, potrebbero far rimpiangere i tre tenori (per dirla alla Sabatini). Guai però a dirlo all’allenatore che al termine del mercato ha detto: «Questi sono i miei giocatori, questi sono i giocatori più forti del mondo».
Xavi-Busquets-Iniesta Fanno ancora scuola
I tre sono su piazza da parecchio tempo. Sono cambiati gli allenatori, Guardiola, poi Vilanova, ora Martino, non il loro stile, le loro posizioni, la loro classe. Xavi-Busquets-Iniesta rappresentano il manifesto del tiki-taka, perché anche il meno dotato tecnicamente dei tre in realtà ha doti superiori alla media. Per Guardiola Busquets era il giocatore fondamentale: eccezionale nel recuperare palla, intelligente nel gestirla, illuminato nel passarla. Degli altri due resta poco da dire: hanno vinto tutto, decisivi in montagne di partite, assurdamente mai premiati con un Pallone d’Oro (compreso nello straordinario 2010) sempre appannaggio di Messi. Ora devono gestire il proprio tempo sul campo con Cesc Fabregas, che è tanto bravo che si adatta anche a fare il falso centravanti. Tre fenomeni per due maglie, e il «Tata» Martino che fa equilibrismo con il turnover. Questo è un centrocampo in grado di tener palla per ore, di tagliare la trequarti con tagli verticali invisibili ai più, di segnare quando richiesto. Insomma, «er mejo che c’è».
Bayern stile Guardiola La sorpresa è Lahm
Il centrocampo del Bayern ha cambiato impostazione in questa stagione ma rimane il migliore della Bundesliga. Pep Guardiola ha tolto un centrale e incrementato la linea sulla trequarti. Il 4-2-3-1 che ha portato Jupp Heynckes alla tripletta è diventato 4-1-4-1 perché il catalano preferisce alzare il pressing e avere sulla riconquista più giocatori di qualità vicini all’area avversaria. La sorpresa è che l’unico centrale è Philipp Lahm, uno dei migliori difensori esterni del mondo. Provato nel ruolo per necessità, dati gli infortuni di Schweinsteiger, Javi Martinez e Thiago Alcantara, il capitano vi è rimasto anche dopo il rientro di «Schweini», mentre è possibile che torni a destra quando Thiago si sarà ristabilito. Un movimento tipico in costruzione è l’arretramento del centrale fra i due difensori, facendo alzare gli esterni ma rimanendo in posizione a tre. Un altro è lo scambio dei due interni per offrire a Lahm un passaggio comodo o due possibilità di partenza. Capita anche che gli interni siano Müller o Götze.
L’Arsenal è un’orchestra Ozil la mente di Wenger