(A.Pugliese) – Un attacco mai visto. Un po’ perché i numeri fin qui sono pazzeschi (17 gol totali, superato il precedente record giallorosso del 192930 e del 1960-61, quando la Roma dopo le prime sei gare di campionato si fermò a quota 16), un po’ perché nessuno se lo aspettava così: ben 9 giocatori andati a segno, con un terzetto inedito (Florenzi, Ljajic e Gervinho) a guidare la classifica di casa, con tre reti a testa. Già, nessun bomber di razza, ma un mix fatto di talento, corsa, sudore e istinto. È la Roma di Garcia, destinata a «vivere» senza un centravanti di ruolo, ma con un’alchimia tattica che ha in Francesco Totti il mago con la bacchetta magica e negli esterni d’attacco i suoi killer ideali. Che siano proprio i tre esterni d’attacco a fare faville nella Roma non è un caso. Dopo la partenza di Osvaldo ed in attesa di Destro, Garcia ha optato per la formule del «falso nove», schierando al centro dell’attacco Totti. Il capitano è meraviglioso nel far andare i compagni negli spazi e regala assist per gli inserimenti di centrocampisti ed esterni. E sono proprio quest’ultimi a beneficiarne, anche grazie alla qualità di altri interpreti del centrocampo come Strootman e Pjanic, capaci rispettivamente di «brekkare» l’azione e ribaltarla.
Alternative Ljajic, Florenzi e Gervinho possono giocare tutti e tre a destra e a sinistra. È chiaro, sono diversi tra di loro ed hanno un impatto diverso sulla gara. Gervinho sfianca la difese in orizzontale e le aggredisce in verticale, Ljajic è perfetto quando serve di giocare in spazi stretti e Florenzi è quello che garantisce corsa e dinamicità, facendo anche da collante. E Garcia è bravo anche nella gestione. Per stessa ammissione del tecnico, Gervinho ha bisogno di sentire la fiducia addosso. Ljajic, invece, appena sbarcato a Roma è stato chiaro: «Io voglio giocare sempre ». E la faccia di ieri, in panchina, non era proprio quella di un ragazzo felice. Poi, però, scopri che Adem quando entra a partita in corsa è sempre decisivo (segnando) ed allora va bene così, vuol dire che tramuta l’insoddisfazione in rabbia agonistica. E Florenzi? Beh, lui in estate parte sempre dietro le quinte, per poi scoprirsi imprescindibile. Lo strano terzetto di goleador nasce in questo modo. E Garcia se li coccola, anche se a volte può scapparci una faccia così così…