(A.Pugliese) Tra gli infiniti record della Roma di Garcia, ora ce n’è uno in più ed è quel +5 sulle inseguitrici che da ieri alle 16.45 fa sognare ancora di più parte della Capitale.Frutto del clamoroso rovescio della Juve a Firenze, ma soprattutto della striscia di 8 vittorie consecutive dei giallorossi. Nei campionati a tre punti, così, la Roma di Garcia ha eguagliato la Juventus del 2004-05 (22 punti, il Milan inseguiva a 17) e quella del record delle 9 vittorie di seguito, arrivato l’anno successivo, quando ai 24 punti dei bianconeri cercava di tener testa sempre il Milan di Ancelotti (19). «Io non penso allo scudetto — ha detto il tecnico francese a Le Parisien — Sfrutto il passato e vivo il presente, ma non mi proietto su quello che farò tra uno o 5 anni, né su quello che succederà a maggio prossimo. Ripeto, l’obiettivo è giocarmi lo sprint finale con le favorite. Tornare in Europa è importante, se poi sarà in Champions ancora meglio».
INSEGUENDO LE BIG Di certo, Rudi Garcia è l’uomo che ha cambiato la dimensione della Roma americana. «Faccio lo stesso lavoro di sempre, ho solo cambiato alcune cose nel club — continua Garcia — Il vantaggio è che a Trigoria puoi fare tutto, anche se preferirei i ritiri in hotel, ma per questioni di sicurezza non si può. Dopo la vittoria con l’Inter c’erano mille tifosi ad aspettarci a Fiumicino: è stata una grande partita, ma siamo ancora solo all’inizio». Resta però che Garcia con quel +5 ha piazzato un altro record, anche se nell’era dei due punti a vittoria c’è chi aveva fatto meglio: la Juventus del ‘30-31 (5 punti di vantaggio su Bologna e Roma, con i tre punti sarebbero stati 8), il Milan del ’54-55 (4 punti in più di Inter e Fiorentina, sarebbero stati 7) e la Juventus dell’85-86 (+4 sull’Inter, con i tre punti sarebbe stato un +7).
LE ROI SU TOTTI Ma come ha fatto Garcia a costruire un gioiello in così poco tempo? Di certo, psicologia e dialettica l’hanno aiutato molto. «Ho il vantaggio di parlare spagnolo, anche se a volte le parole sono simili e mischio le due lingue — chiarisce Rudi —. Poi la grammatica è come quella francese e il latino che ho studiato da piccolo mi ha aiutato. Cosa mi ha sorpreso di più? La presenza mediatica ed il fervore della gente. Io sono più equilibrato, ma è una soddisfazione riaver dato il sorriso ai tifosi: quando sono arrivato c’era un clima negativo intorno a giocatori e dirigenti, la gente vive per la squadra. Qui nell’ordine c’è la Roma, la moglie e poi la religione». Basta pensare a Totti, che mancherà per quasi 20 giorni (domani gli esami, potrebbe essere una lesione all’adduttore con il rischio di un problema tendineo) e sul quale ieri sera Michel Platini, a Canal+, si è espresso così: «Oltre a Messi e Cristiano Ronaldo mi piace Francesco: è geniale, fa cose che in pochi altro fanno nel passaggio, nell’anticipare e creare la giocata».
PASSEGGIATA A TEATRO Già, questa è Roma e Garcia l’ha capito subito bene, anche dal punto di vista della privacy. «Conosco degli angoli tranquilli, giro spesso di sera tardi e scopro una città ancora più bella ed affascinante di quello che è. Il teatro? Prima voglio imparare bene la lingua, poi riprenderò ad andarci, come facevo a Lilla». Per ora, il suo di teatro personale è l’Olimpico, dove Garcia spera di tornarci il 31 per inseguire la decima vittoria consecutiva. Nel caso fosse, vorrebbe dire aver agganciato anche la Juve di Capello e — forse — aver aumentato quel +5. Udinese permettendo, ovviamente.. .