(M.Cecchini) – Il Brasile è una seduzione, ma anche un motivo di ansia. Francesco Totti accoglie con soddisfazione le parole di Cesare Prandelli relative alla sua possibile convocazione per il Mondiale, anche se la sua posizione resta interlocutoria, come quella sempre mostrata su questo argomento. Il senso del suo discorso è chiaro: «Per ora penso solo alla Roma, poi a primavera vedremo quali saranno le mie condizioni fisiche e decideremo. Comunque mai dire mai».
PRO A livello d’immagine, inutile dire come i pro siano molteplici. Totti sarebbe senz’ altro una delle stelle del Mondiale e – al netto della enorme soddisfazione di giocare nella patria del calcio – anche il prossimo contratto biennale in arrivo con Nike, come sponsor tecnico personale, prevederebbe di sicuro dei bonus per la partecipazione ad un evento del genere. A livello fisico poi, sfoggiando un peso forma invidiabile di 83 kg – frutto di un’estate di attenzione alla dieta e della cura Garcia – il mantenimento della condizione non dovrebbe essere un problema, così come l’inserimento in un gruppo in cui i senatori che contano di più (Buffon, De Rossi e Pirlo) sarebbero favorevoli ad un suo ritorno. Il rapporto con Prandelli poi – pur non raggiungendo le vette affettive registrate con Lippi – è buono, anche se viene sottolineato come, nella visita a Trigoria dell’aprile 2012, l’argomento di un eventuale ritorno in Nazionale non fu mai sfiorato.
CONTRO I nodi in realtà sono altri. Il primo è quello relativa alla propria gestione fisica che il numero dieci ha intenzione di condurre da qui a fine carriera. Da questo punto di vista, il Mondiale zavorrerebbe di sicuro l’inizio della stagione che (a meno di sconquassi) vedrebbe di nuovo la Roma impegnata su tre fronti grazie al ritorno in Europa, aumentando le fatiche di un campione che tra meno di 12 mesi avrà 38 anni. Non solo. Anche la gestione di Totti al Mondiale avrà bisogno di chiarimenti perché è possibile che un ruolo da 12° uomo gli vada stretto, così come la convivenza con gli umori di Balotelli. Ma a tutto questo penserà l’abilità di gestione di Prandelli a porre rimedio. Sempre che il sequel «Il ritorno di Totti» si giri davvero.