(C. Zucchelli) La cosa a cui teneva di più James Pallotta l’ha fatta intorno alle 19: ha accolto la squadra allo stadio Olimpico, da presidente, per incitare e salutare i giocatori che, per scelta sua, aveva preferito non disturbare in ritiro. Poi Pallotta, dopo una mattinata trascorsa tra shopping e alcune riunioni private, ha salutato i suoi ospiti, tra cui Luca Parnasi, il costruttore che lo sta affiancando nel progetto stadio.
Grande tifoso della Roma, Parnasi segue quasi sempre la squadra, ma quando Pallotta è nella Capitale la passione diventa per lui anche un affare. I due si sono salutati, poi ognuno si è seduto al proprio posto per la partita. Giovedì, invece, Pallotta aveva passato la serata a cena conGarcia e Sabatini (lontani da Trigoria e da occhi indiscreti): il presidente si è complimentato con l’allenatore per l’ottima gestione globale non solo, quindi, per l’aspetto tecnico e ha espresso parere favorevole sulla breve tournée che la Roma effettuerà in Indonesia a novembre, durante la prossima sosta.
Scaramanzia Seguendo le stesse abitudini di ogni sua visita, Pallotta è arrivato allo stadio oltre due ore prima del fischio d’inizio. Ha salutato i dirigenti, ha visitato tutte le aree dell’Olimpico, ha stretto la mano ai dipendenti che incontrava lungo la strada. Poi, quando è iniziata la partita si è accomodato al solito posto. Con le stesse persone intorno, proprio come il giorno del derby. L’unica cosa differente dal solito Pallotta l’ha fatta dopo la partita: niente partenza immediata, ma un fine settimana aRoma con alcuni amici. Il ritorno negli Stati Uniti, salvo cambiamenti improvvisi, è previsto per martedì e non è escluso che lunedì, dopo i giri da turista, possano esserci in programma incontri di lavoro.