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GAZZETTA DELLO SPORT Perrotta giura “Un po’ Spalletti un po’ Ranieri. Perfetta così”

Perrotta

(C.Zucchelli) La bellezza della Roma di Spalletti, che per un periodo ha incantato l’Europa, e la concretezza di Ranieri, che ha regalato ai tifosi una delle stagioni più entusiasmanti degli ultimi anni. La Roma di Garcia sembra una sintesi perfetta e se c’è una persona che può spiegarlo, magari emozionandosi anche quando ricorda «quei due scudetti sfuggiti per un soffio», è Simone Perrotta. Ha smesso di giocare a maggio eppure, quando parla del gruppo che in questi mesi Garcia ha plasmato, si entusiasma come se in campo ci andasse ancora: «Questo allenatore, oltre ad essere una brava persona, è molto preparato. Ha restituito orgoglio ai giocatori e ha l’enorme capacità di far sentire tutti importanti. Basta sentirlo dopo le partite… È perfetto».

FAME E RABBIA  Quando arrivò Spalletti, lo spogliatoio di Trigoria era un cumulo di macerie dovute alla stagione 2004-2005, quella dei quattro allenatori. Quando, quattro anni dopo lasciò il posto a Ranieri, le due Coppe Italia, la Supercoppa e i quarti di Champions League erano solo un ricordo. Le macerie erano tornate. «Tutti e due — racconta Perrotta — hanno avuto la capacità di cementare il gruppo. Spalletti c’è riuscito per più tempo, Ranieri per meno, ma entrambi hanno raccolto il massimo. Garcia sta facendo lo stesso, la fame e la rabbia che vedo nei giocatori di oggi è la stessa che avevamo noi. Il Daniele (De Rossi, ndr ) di queste settimane è lo stesso di quel periodo lì, ad esempio».

VELOCITA’ E SOLIDITA’  Dal carattere al campo: per Perrotta la Roma di Garcia ha «la solidità difensiva di quella di Ranieri che però non aveva un modulo di riferimento. Partivamo col 4-4-2, poi cambiavamo spesso, ma l’importante era difendersi compatti. La Roma di Spalletti invece, come questa, aveva uno schema fisso: 4-2-3-1 ieri, 4-3-3 oggi. La velocità nel cercare l’area era simile a quella attuale».

FORZA BORRIELLO  Visto l’infortunio di Totti, è proprio in area che cambierà qualcosa a partire da Udine: «Francesco dà un apporto unico, Borriello è una prima punta, inevitabilmente la Roma dovrà modificare qualcosa, perché Marco è un “nove” in tutti i sensi. Ma quando è entrato ha sempre fatto bene, si sente coinvolto e non deluderà».

FORTUNA E CUORE  Perrotta augura a questa Roma di riuscire dove quelle di Spalletti e Ranieri hanno fallito: conquistare lo scudetto. I finali di stagione del 2008 e del 2010 sono i più grandi rimpianti della sua carriera: «Avevamo tanto cuore, oltre al carattere, ma c’è mancata un po’ di fortuna. Va detto però che noi avevamo davanti un’Inter stratosferica. La Juve di quest’anno non è a quel livello. E la Roma deve approfittarne». Se ci riuscisse, e se lui dovesse rientrare in società (cosa che potrebbe succedere nelle prossime settimane), magari una piccola parte di quei rimpianti potrebbe iniziare ad essere messa da parte. 

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