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GAZZETTA DELLO SPORT Roma, il bunker record. Ora vuole blindare Rudi

Rudi Garcia

(M.Cecchini) La vita, in fondo, è fatta anche di piccoli spostamenti del cuore, di travestimenti sentimentali che spiegano tutto. Solo 133 giorni fa la Roma era attesa a Trigoria dai suoi tifosi, ma non c’era nessuna aria di festa. La squadra aveva appena perduto la finale di Coppa Italia in quello che forse è stato il derby più doloroso della storia e tanti ragazzi – con al collo la sciarpa giallorossa d’ordinanza – aspettavano al varco calciatori e dirigenti per insultarli. Poco più di quatto mesi più tardi – in una notte completamente diversa – un’altra foltissima adunata di tifosi in bivacco all’uscita dell’aeroporto di Fiumicino (quasi un migliaio, raccontano le fonti) attende ancora una volta la Roma. Stavolta, però, in programma c’è qualcosa di totalmente diverso: l’apoteosi. D’altronde, il successo di San Siro contro l’Inter è storico, oltre che inequivocabile. Oltre a Totti e De Rossi, anche il d.g. Mauro Baldissoni e il d.s.Walter Sabatini vengono osannati come rockstar, con i sostenitori giallorossi che urlano complimenti e consigli per gli acquisti.

NUMERI DA STAR  Avviso ai lettori: volutamente abbiamo omesso di citare quello che, in realtà, è stata la vera Madonna pellegrina della notte giallorossa: Rudi Garcia. L’amore del popolo romanista per lui ormai è senza confini. Come un re taumaturgo ha curato in poche settimane i mali della Roma centrando un 7 su 7 che nella storia del calcio italiano ha solo 7 precedenti (4 della Juve, 2 del Milan e 1 dell’Inter) che hanno sempre portato allo scudetto tranne nel caso dei nerazzurri (1966-67). Ma queste strisce mai hanno mostrato un +19 nella differenza reti come quella della squadra di Garcia. Ad esempio, se quell’Inter di Herrera aveva al passivo lo stesso numero di gol (1) l’attivo recitava 18 reti. Così come, se la Juve del 1930-31 e il Milan del 1954-55 e 1992-93 avevano realizzato più reti (rispettivamente 21, 21 e 24), quelle stesse squadre erano state perforate più volte (6, 4 e 11). Ma le cifre romaniste vanno in vetrina anche in Europa. Oltre alla Roma, infatti, a punteggio pieno ci sono solo Barcellona e Atletico Madrid, con differenze reti pari a +22 e +15. Ma soltanto una difesa è pari alla giallorossa: quella della capolista Olympiacos, con un solo gol al passivo e 20 all’attivo.

RINNOVO & CLAUSOLA  Con queste premesse (e un +18% del titolo in Borsa da inizio campionato), è normale che la Roma voglia blindare Garcia, che ha «solo» un contratto biennale con un ingaggio di circa 1,3 milioni. Presto, perciò, cominceranno le grandi manovre per un prolungamento con adeguamento magari al raddoppio, visto che a giugno scadrà il rapporto che lega ancora Zeman alla Roma, liberando circa 1,3 milioni netti occupati dal boemo. C’è solo un rischio: che il francese faccia innamorare tutta la nobiltà europea, in grado di pagare ingaggi mostruosi. A quel punto la Roma potrebbe cautelarsi con una clausola d’uscita, anche se a onor del vero tutto ciò a Trigoria viene considerato prematuro.

ECCO RAMI Per corteggiare ancora meglio Garcia, poi, la Roma a gennaio è pronta a portare alla sua corte anche un suo ex pupillo (al Lilla), ovvero il difensore franco-marocchino Rami, in rottura col Valencia. Obiettivo fattibile, ancor più se la dirigenza riuscirà a risolvere il contratto con Burdisso.

GRANA INDONESIA  Ad appannare appena l’idillio c’è solo la tournée voluta dalla proprietà americana per metà novembre, quando il campionato si fermerà ancora per gli impegno delle Nazionali. L’allenatore e il d.s. Sabatini ne avrebbero fatto volentieri a meno e lo hanno fatto presente, ma il calcio del terzo Millennio pretende sacrifici in cambio di denaro. Ai miracoli, tanto, penserà Garcia.

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