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GAZZETTA DELLO SPORT Totti da scudetto Roma, settima vittoria di fila Inter affondata da 3 gol

Florenzi

(L. Garlando) – Ora la domanda comincia a prendere corpo: chi sarà l’anti-Roma? Non si vince 3-0 a San Siro per caso. Contro un’Inter imbattuta e celebrata, che tre gol li aveva presi in sei giornate. Totti, Totti, Florenzi: zac, zac, zac. Tre colpi di lama, come fa Zorro per disegnare la Z sulla pancia del sergente Garcia. Solo che stavolta li ha fatto Garcia sulla camicia bianca di MazZorro. Tutti attendevano il passaggio milanese dei giallorossi per tararne la forza reale. Il responso è glorioso. E non solo per uno spettacolare Totti che ha ridotto ancora una volta San Siro al giardino di casa, come in passato tra cucchiai elargiti e ovazioni raccolte in azzurro.
Qualità Roma Sotto le giocate abbaglianti del capitano e di un incontenibile Gervinho, c’è una sostanza di squadra che vale anche di più. Le 20 reti segnate sono meno preziose della sola subita in 7 match. De Sanctis non prende gol da 411’. Ottimi Benatia-Castan, migliori centrali del campionato, ma perfetti i meccanismi di copertura. Sono le difese che vincono gli scudetti. Zeman è un incubo lontano. Perfetti i meccanismi di gestione e ripartenza. Il segreto sta in una parola: qualità. Riguardatevi il palleggio di Totti all’alba del terzo gol e contate i secondi che passano prima che la palla arrivi in rete, spinta da Strootman e imbucata da Florenzi. Uno spettacolo di tecnica e velocità, forse la migliore giocata del campionato. Giovani e senatori, italiani e stranieri, difesa e attacco: Garcia ha trovato l’equilibrio e la chimica delle stagioni magiche. Era dalla Juve ’76-77 che una squadra non metteva in fila 7 vittorie all’inizio. Segnali potenti.

Limiti Inter L’Inter ha di che lamentarsi: primo gol regalato da uno svarione di Ranocchia che, senza Campagnaro accanto, è tornato come un anno fa; rigore che non c’era; palo sfortunato di Guarin sull’1-0… Ma sono episodi che annegano nel mare di qualità che separano le due squadre. Il rigore, per dire, è stato innescato da una sgommata isterica e senza senso di Juan Jesus che ha perso palla. A parte Alvarez, nessuno ha mostrato lucidità in costruzione. Il buon lavoro di Mazzarri, che ora ha un punto in meno di Stramaccioni, non viene ridimensionato. L’Inter ha comunque confermato carattere e organizzazione. Ma a certi livelli non basta resistere, combattere e ripartite. Meglio scoprirlo subito per non farsi male con le illusioni. Mazzarri dovrà aumentare il tasso di classe in mediana e lo spirito offensivo del gioco.

Super Gervinho Pronti, via e la partita sembra la sala d’attesa che ci aspettavamo da due squadre abituate a deflagrare dopo l’intervallo. Mancano solo le riviste sul tavolino. Il realtà è l’attesa nervosa di due pistoleri con le mani sulle pistole. Guardate al 4’: Totti si libera con una magia a ridosso della sua area e un attimo dopo Gervinho è dall’altra parte del campo. La prima pugnalata è andata a vuoto. Ma è questo che deve temere l’Inter: un serpente che si raccogliere nella cesta per mordere al collo appena può. Lo fa tenendo sempre gli esterni bassi e le linee compatte, cercando di colpire senza sbilanciarsi troppo. Ma il serpente è subdolo. La Roma sembra un briciolo meno aggressiva del solito, perfino troppo bassa. L’Inter prende campo e coraggio. Una trappola. Il serpente non chiede altro. Minuto 18’: in inferiorità tecnica e senza Campagnaro, non puoi permetterti regali. Invece Ranocchia svirgola di brutto un appoggio che Balzaretti addomestica per Gervinho. L’esterno al volo di Totti è una piccola Treccani nell’angolino.

Guarin al palo Qui l’Inter fa ricorso alla cosa migliore che ha: l’anima. Reagisce rabbiosa e in due minuti scaglia due palle-gol: palo che trema ancora di Guarin (25’), testa di Alvarez (26’) fermata sulla riga. Ma si sente un sibilo sinistro nella cesta… Altra velenosa ripartenza. L’imprendibile Gervinho salta Cambiasso sul fondo e strappa un rigore inesistente a Pereira: fallo fuori aera. Sentenza di Totti dal dischetto al 40’: 2-0. La terza pugnalata arriva quattro minuti dopo, con il contropiede Totti, Strootman, Florenzi: bello e veloce come un sonetto di Petrarca. Lo strappo da quattrocentista dell’olandese Cambiasso poteva permetterselo anni fa.

Che difesa Nella ripresa Mazzarri butta sul tavolo tutta la sua qualità offensiva: Icardi, Kovacic, Milito. La Roma ne approfitta per fare il tagliando alla sua solidità difensiva, anche con un uomo in meno (espulso Balzaretti al 34’), e va più vicina al quarto gol (Handanovic provvidenziale sul solito Gervinho al 28’) di quanto l’Inter avvicini il primo. Un partita istruttiva per tutti, in fondo. Ora la Roma sa di più delle sue potenzialità, l’Inter sa di più dei suoi limiti. Il campionato sa che i soldati del sergente Garcia fanno paura. Zac, zac, zac: tre squarci sulla camicia di MazZorro.

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