(A. Frosio) – Nel 2003, è diventato ancora più famoso di quanto già non fosse Billy Beane, general manager degli Oakland Athletics di baseball: al cinema aveva il volto di Brad Pitt. Beane usò i dati statistici, la «Sabermetrica», per valutare e acquistare giocatori sconosciuti ai più e dunque «economici» sul mercato, ma dal rendimento inaspettato: una necessità, visto che gli A’s erano (e sono) tra le squadra più povere della Major League. Grazie a questo lavoro Beane portò la squadra ai playoff tra la sorpresa generale, e il suo metodo, «Moneyball», è ora applicato dalla maggior parte dei manager di Mlb. Il calcio è sport decisamente meno schiavo delle statistiche rispetto al baseball, sia chiaro. Quindi obiezione accolta: manca il numero più importante, per i romantici l’unico che conta nel calcio. Quello dei gol segnati.
Il capocannoniere Nella nostra Nazionale dei numeri, infatti, non c’è Alessio Cerci, attuale capocannoniere della Serie A con 6 gol. E non ci sono nemmeno i «vice» Hamsik e Giuseppe Rossi. E se è per quello restano fuori pure i terzi in classifica, Callejon e Florenzi. Insomma, i numeri dicono molto ma non tutto, evidentemente. Diamo a Cerci quel che è di Cerci, però, anche perché il suo primato rende onore alla storia del Torino: dal 1976-77 un giocatore granata non vince la classifica dei marcatori. Allora, fu Ciccio Graziani con 21 gol, in un periodo di grande fulgore per il vecchio Toro, visto che nei due anni precedenti il re dei bomber era stato per due volte di fila Paolino Pulici (già primo nel 1972-73 in coabitazione con Beppe Savoldi e Gianni Rivera). I tre rigori segnati «drogano» un po’ lo score di Cerci, che tuttavia non segna per caso: con il suo sinistro, l’attaccante torinista non entra nella top ten dei tiri totali (chiusa da Paloschi, Di Natale e Tevez con 16 conclusioni) ma è quinto in quella dei tiri in porta: 9 finora, come Zaza, Di Natale e Toni. Quando trova il tiro, insomma, Cerci è preciso. E infatti segna.
E Totti? Altra precisazione: su quasi cento nomi in classifica, non c’è mai quello di Francesco Totti. Il capitano della Roma, a quanto pare, non la tocca così spesso, non calcia tanto in porta, non dribbla nemmeno tanto (di sicuro conquista molte punizioni: prossimamente inseriremo anche questa top ten…). Ma provate a chiedere a Rudi Garcia se ne farebbe a meno, a Prandelli se non sta pensando di portarlo al Mondiale, agli avversari della Roma se il 10 giallorosso non è decisivo o a tutta Italia se questo Totti non è uno spettacolo. Sì, se ne accorgerebbe anche Billy Beane.