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GAZZETTA.IT Garcia e il segreto della Roma “Fortuna? Macché, siamo uniti”

Garcia

I tifosi della Roma ci hanno fatto l’abitudine: l’imperturbabile Rudi non si scompone. Passano le partite, le vittorie, i record, ma gli obiettivi non cambiano. O meglio, non del tutto: a due giorni da Roma-Chievo, il tecnico che voleva “la Roma in Europa” e poi è passato “a voler fare lo sprint con le big” fa un altro passo in avanti: “Lo sprint finale è lontano è il mio obiettivo resta quello, ma vorrei mantenere anche lo scarto con il quarto posto, che se vogliamo tornare in Europa è la cosa più importante”. Non più Europa generica, quindi, ma Champions.

TURNOVER — Dopo la vittoria di Udine, in dieci contro undici, arriva il Chievo, con la possibilità di scrivere la storia: mai nessuna squadra ha vinto le prime dieci partite consecutive. Tre giorni dopo ci sarà il Torino: logico, dunque, pensare a un possibile turnover. “E’ possibile, come non è possibile – dice Garcia -. C’è una seconda e una terza gara in questa settimana: avremo bisogno di tutti”. Potrebbe esserci anche Gervinho, reduce dall’infortunio: “Abbiamo due allenamenti per vedere come sta. Per il momento, ha recuperato quasi al 100%, ma se non sarà giovedì sarà domenica. La stanchezza? Deriverà dal nostro modo di giocare: anche a Udine, nonostante fossimo in dieci, abbiamo continuato ad attaccare, e abbiamo vinto per quello”.
UOMINI — La Roma, senza Totti e senza Gervinho, è stata comunque costretta a cambiare pelle: “Quello che è importante è lavorare con diversi giocatori e diversi uomini. Borriello è un attaccante con altre caratteristiche, un uomo d’area che può fare diverse cose. Ma gli ho detto di lavorare sul gioco, non sui gol, quelli arriveranno. Anche Ljajic può giocare in diverse posizioni”. E quando tornerà Totti, come ricambierà la Roma? “Il mio futuro è giovedì, e il Chievo”.

PERICOLO EUFORIA — Dopo nove vittorie, l’entusiasmo è dilagante, ma almeno a parole sembra essere rimasto fuori Trigoria: “I miei sono giocatori intelligenti e mi fido di loro. Sanno che dobbiamo dare tutto in campo. L’ho già detto: quella con il Chievo è la partita più difficile dall’inizio della stagione, tutti pensano che sia vinta, ma sarà così solo restando umili e giocando collettivamente e con la stessa cattiveria di sempre. Nessuna partita è vinta prima di giocarla. E spero di avere tanta gente dietro di noi a sostenerci”. C’è un altro pericolo, quello dei quattro diffidati: Castan, Benatia, De Rossi e Florenzi. “Ma non è un problema, spero solo non vengano ammoniti tutti assieme”.

FORTUNA? NO GRAZIE — Garcia risponde anche a chi “accusa” la Roma di essere fortunata: “Abbiamo perso Totti, Gervinho e Maicon espulso domenica a Udine. Non c’è fortuna, niente è casuale, come per esempio il gol di Udine arrivato con una serie di movimenti straordinari (Garcia li spiega uno per uno, ndr), il salvataggio di Castan a Udine o quello di De Rossi contro il Napoli. Se c’è una fortuna, è quella di avere i giocatori oltre il 100%. Nelle ultime due partite abbiamo giocato meno bene, ma la squadra ha ancora margini di miglioramento”.

CAMPIONATO — A chi gli chiede se il livello del campionato sia più basso di quanto si aspettasse, Garcia replica: “Juventus e Napoli hanno avuto un inizio fantastico, il livello è alto anche per altre squadre. Certo, il nostro avvio di stagione è stato straordinario. Fiorentina-Napoli? Non sapevo neanche si giocasse, ma ora che lo so forse la guarderò. Noi, però, se continuiamo a vincere non abbiamo bisogno dei risultati delle altre”. Infine un paragone con Lilla (“E’ tutto diverso, compreso il numero di giornalisti e la pressione, non il modo di giocare, altrimenti non farei bene il mio lavoro”) e un pensiero sul prossimo pallone d’oro: “Spero sia l’anno di Ribery”. E se in Italia fosse l’anno di Garcia?

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