I tifosi della Roma ci hanno fatto l’abitudine: l’imperturbabile Rudi non si scompone. Passano le partite, le vittorie, i record, ma gli obiettivi non cambiano. O meglio, non del tutto: a due giorni da Roma-Chievo, il tecnico che voleva “la Roma in Europa” e poi è passato “a voler fare lo sprint con le big” fa un altro passo in avanti: “Lo sprint finale è lontano è il mio obiettivo resta quello, ma vorrei mantenere anche lo scarto con il quarto posto, che se vogliamo tornare in Europa è la cosa più importante”. Non più Europa generica, quindi, ma Champions.
PERICOLO EUFORIA — Dopo nove vittorie, l’entusiasmo è dilagante, ma almeno a parole sembra essere rimasto fuori Trigoria: “I miei sono giocatori intelligenti e mi fido di loro. Sanno che dobbiamo dare tutto in campo. L’ho già detto: quella con il Chievo è la partita più difficile dall’inizio della stagione, tutti pensano che sia vinta, ma sarà così solo restando umili e giocando collettivamente e con la stessa cattiveria di sempre. Nessuna partita è vinta prima di giocarla. E spero di avere tanta gente dietro di noi a sostenerci”. C’è un altro pericolo, quello dei quattro diffidati: Castan, Benatia, De Rossi e Florenzi. “Ma non è un problema, spero solo non vengano ammoniti tutti assieme”.
FORTUNA? NO GRAZIE — Garcia risponde anche a chi “accusa” la Roma di essere fortunata: “Abbiamo perso Totti, Gervinho e Maicon espulso domenica a Udine. Non c’è fortuna, niente è casuale, come per esempio il gol di Udine arrivato con una serie di movimenti straordinari (Garcia li spiega uno per uno, ndr), il salvataggio di Castan a Udine o quello di De Rossi contro il Napoli. Se c’è una fortuna, è quella di avere i giocatori oltre il 100%. Nelle ultime due partite abbiamo giocato meno bene, ma la squadra ha ancora margini di miglioramento”.
CAMPIONATO — A chi gli chiede se il livello del campionato sia più basso di quanto si aspettasse, Garcia replica: “Juventus e Napoli hanno avuto un inizio fantastico, il livello è alto anche per altre squadre. Certo, il nostro avvio di stagione è stato straordinario. Fiorentina-Napoli? Non sapevo neanche si giocasse, ma ora che lo so forse la guarderò. Noi, però, se continuiamo a vincere non abbiamo bisogno dei risultati delle altre”. Infine un paragone con Lilla (“E’ tutto diverso, compreso il numero di giornalisti e la pressione, non il modo di giocare, altrimenti non farei bene il mio lavoro”) e un pensiero sul prossimo pallone d’oro: “Spero sia l’anno di Ribery”. E se in Italia fosse l’anno di Garcia?