(D. Magliocchetti) – Una scritta indegna. Una triste consuetudine che purtroppo si ripete ogni anno. L’ennesina infamia contro il povero Vincenzo Paparelli, il tifoso della Lazio ucciso da un romanista con un razzo sparato dalla Curva Sud il 28 ottobre del 1979 allo stadio Olimpico durante il derby. Un avvenimento che all’epoca sconvolse il mondo del calcio per la prima volta. E che continua ancora a turbare, soprattutto se a ogni tragica ricorrenza appaiono scritte oltraggiose nei confronti della vittima e della sua famiglia. Succede ogni 28 ottobre. Era accaduto l’anno scorso con «Morto un Papa-relli se ne fa un altro», è successo di nuovo ieri con una frase apparsa sui muri del Verano, lato tangenziale: «28-10-79, 28-10-13…il tram dei laziali è 28…Sparato! 10-100-1000 Paparelli», firmato ASR, As Roma.
Un gesto che ha fatto infuriare la città di sponda biancoceleste, stufa di sentire sbeffeggiato e diffamato da anni e a oltranza il nome di Vincenzo Paparelli. Tempo fa c’era un coro becero su Paparelli intonato dai romanisti allo stadio, ora non si sente più. L’offesa apparsa ieri ha creato dibattito in rete e nelle radio locali. I tifosi laziali hanno inveito contro quelli della Roma, ma molti sostenitori di fede giallorossa si sono dissociati«da quella scritta vergognosa», definendo i colpevoli «non tifosi, ma delinquenti», con qualche romanista che su twitter e facebook si sarebbe addirittura offerto di andarla a cancellare. La scritta è stata notata pure da Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo: «L’ho vista tornando dallo stadio. Non vorrei dare importanza a certi gesti, fortunatamente ci sono tante persone che ci vogliono bene, come i tifosi della Lazio».