È stato arrestato Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, uno dei capi ultras della Lazio. Il tifoso era ricercato da circa un mese, quando era stata emessa nei suoi confronti e di altre sei persone una misura cautelare nell’ambito di un’inchiesta su un traffico internazionale si sostanze stupefacenti. Piscitelli è stato arrestato questa notte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma della guardia di finanza.
Le indagini avevano consentito di far luce su un lucroso traffico di droga lungo l’asse criminale Spagna-Italia. Il 25 settembre scorso le fiamme gialle avevano arrestato, sulla base di un provvedimento cautelare del gip di Roma, quattro persone, mentre altre tre, tra cui appunto Piscitelli, risultavano ancora irreperibili. Alcuni dei sette indagati sarebbero risultati collegati al gruppo facente capo a Michele Senese. In quell’occasione furono sequestrati 500 chili di hashish, che avrebbero fruttato sul mercato al consumo circa 5 milioni di euro di euro.
Secondo la ricostruzione delle fiamme gialle Piscitelli avrebbe organizzato e promosso l’importazione in Italia, dalla Spagna, via mare, per il tramite un corriere di droga di origine inglese 185 chili di hashish, sottoposti a sequestro, a Civitavecchia, lo scorso 10 dicembre 2011. Diabolik avrebbe gestito un gruppo dedito allo spaccio nella zona sud della Capitale e in particolare tra La Rustica e comuni di Rocca Priora e Grottaferrata.
Altre tre persone sono state arrestate dai finanzieri del Gico (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale insieme a Fabrizio Piscitelli. Dopo mesi di intercettazioni telefoniche e complicati pedinamenti, specie nella zona sud-est della Capitale (La Rustica e comuni di Rocca Priora e Grottaferrata) le Fiamme Gialle hanno appurato l’esistenza di due agguerriti gruppi criminali, capeggiati, rispettivamente, da Paolo Diana (classe 1977) e da Fabrizio Piscitelli.
Anche Paolo Diana era a capo di un autonomo e strutturato sodalizio criminale, dedito all’importazione di droga dalla Spagna; unitamente a Rocco Gallo (classe 1983), calabrese di origine ma romano d’adozione, e al romano Simone Serafinelli (classe 1984), aveva organizzato e finanziato il viaggio dall’Italia alla penisola iberica del corriere rumeno Florin Valentin Buica, catturato a Roma a marzo 2012, trovato in possesso di hashish in ovuli, occultati all’interno del serbatoio di un’autovettura.
Nell’occasione, sia Diana che Piscitelli erano riusciti a sottrarsi all’arresto. Il primo si è costituito il 7 ottobre presso il Commissariato «Prati» della Polizia di Stato, mentre Piscitelli, forte degli appoggi e dei legami con la criminalità organizzata romana, era riuscito a far perdere le proprie tracce, muovendosi con una carta d’identità falsa. Tale espediente, tuttavia, non ha impedito ai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma di catturarlo all’interno di un appartamento nel quartiere Santa Gemma – Casalotti. Sono stati effettuati ripetuti appostamenti e pedinamenti, sfruttando ogni minimo dettaglio: dalla consegna della biancheria sporca ad una semplice ordinazione di una pizza per vedere, «tra amici», la recente partita di coppa della Lazio. Seguendo meticolosamente, di giorno e di notte, gli spostamenti dei favoreggiatori e cogliendo ogni minima differenza rispetto alle quotidiane attività.
Ieri sera K(classe 1987), oggi arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli, si è recato nella zona nord ovest di Roma, parcheggiando la propria autovettura a diversi isolati dal luogo dove aveva trovato rifugio il latitante. Proprio la circospezione di quest’ultimo ed il lungo tragitto percorso a piedi, hanno consentito agli investigatori dell’antidroga del Gico di cogliere che qualcosa di strano stava accadendo: era stato individuato il covo del latitate Fabrizio Piscitelli. Circondato l’edificio, non restava che attendere la fine della partita: con il fischio finale dell’arbitro è finita anche la latitanza del Piscitelli.
Nell’appartamento dove si rifugiava sono stati individuati, oltre alla moglie del ricercato, anche i due padroni di casa, C.M.F. (classe 1989) e T.P. (classe 1967), entrambi di origine romana e anch’essi tratti in arresto per favoreggiamento, ma posti ai domiciliari. Sequestrato, oltre a materiale evidentemente connesso ai ripetuti episodi di violenza negli stadi, come mazze di legno, sfollagente, fruste varie, anche asce, Katane giapponesi, una pistola a salve e relativo munizionamento e, soprattutto, numerosissime apparecchiature tecniche di elevato livello tecnologico, del tipo «jammer» ovvero disturbatori di radiofrequenze e reti sia fissi che portatili.