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IL MESSAGGERO La Roma di Rudi stella d’Europa

Ljajic

(M.Ferretti) – Impossibile, a questo punto, non dare i numeri. I grandi numeri della Roma di Rudi Garcia, capolista a punteggio pieno del campionato italiano. Ed è arrivato anche il momento di giocare con i numeri. Un esempio? 17-6-01. Il giorno della vittoria del terzo scudetto giallorosso? Certo, ma anche i gol all’attivo, le partite vinte e il gol al passivo della Roma garciana. O no? A proposito: i 17 gol segnati dopo 6 partite dal fischio d’avvio del campionato costituiscono un nuovo, particolare record. Non accadeva dal torneo 1960-61 che la Roma segnasse così tanto, ma quella volta le reti furono soltanto 16.

Roma sola in testa alla classifica dopo sei giornate come nella magica stagione 2000-01, anche se con Fabio Capello in panchina la Roma quella volta aveva conquistato 15 punti, tre meno di quelli attuali. La differenza-reti +16 è impressionante e in passato c’è stata una sola squadra che ha saputo fare di meglio, il Milan 1950-51 con +18. I rossoneri potevano vantare 26 reti all’attivo e 8 al passivo. L’unico gol subito finora dalla Roma, a Parma a opera di Biabiany, è qualcosa di realmente straordinario. La Roma, del resto, nella sua storia non aveva mai beccato solo una rete nelle prime sei giornate. Analizzando gli ultimi venti anni, soltanto l’Udinese due campionati fa dopo sei gare aveva subito un gol, mettendo da parte lo stratosferico Milan 1993-94 che alla vigilia della settima giornata non aveva preso ancora una rete.

CON LE ALI SI VOLA
Tre gol per Florenzi, altrettanti per Ljajic e Gervinho. Nove reti per le ali giallorosse. Un contributo importante che sintetizza in maniera esemplare il sistema di gioco di Garcia. Un tecnico che non ama un centravanti statico e che predilige attaccare sfruttando i tagli centrali degli esterni, supportati dalle giocate del regista d’attacco, Totti, o dalle classiche intuizioni di un centrocampista. Giocando in questa maniera, la Roma in sei gare ha ottenuto più punti di quanti ne hanno conquistati insieme nei due precedenti campionati Luis Enrique (8) e Zeman (8). Dando un’occhiata al di là dei confini nazionali, la Roma a punteggio pieno va a braccetto con Barcellona, Atletico Madrid e Standard Liegi (nove su nove): quattro squadre in tutta Europa che hanno sempre vinto. Impensabile tutto questo, anche con tanta buona volontà, soltanto un paio di mesi fa. Rudi nel giro di sessanta giorni ha realizzato un piccolo capolavoro, mischiando tecnica e psicologia. Ha dato un’identità tattica alla Roma e le ha dato un’anima. Il gruppo, oggi, è solidissimo: ogni rete viene collettivamente festeggiata come se fosse la prima o la più importante della stagione, ogni successo rappresenta un vanto per tutta la squadra e un regalo per i tifosi. Il primato della Roma è il frutto di un grande lavoro sia sul campo che fuori: Garcia oltre ad essere l’allenatore della Roma e anche il suo mental coach, l’uomo che sa capire e interpretare ogni situazione. Talvolta esagerando con lo scarico di personali responsabilità (meriti) al momento di spiegare il momento d’oro della Roma. Intanto con le sei vittorie targate Roma, Rudi – considerando i numeri che partono dal 2008 – ne ha ottenute 102 in campionato: soltanto Arsene Wenger ha fatto meglio di lui tra gli allenatori francesi con 109.

ESAME D’ALTA QUOTA
E sabato sera a Milano il primo test d’alta quota contro l’Inter di Walter Mazzarri, che per mesi è stato avvicinato alla panchina giallorossa. Sarà il confronto tra due filosofie di gioco apparentemente molto diverse: la Roma ama comandare il gioco, l’Inter ama far comandare il gioco gli avversari per poi sfruttare l’arma del contropiede. Per i giallorossi un vero e proprio esame di maturità, anche se la classifica dice che la partita del Meazza sarà più importante per i nerazzurri che per la capolista.

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