(R.Tagliapietra) – Venerdì lo sciopero, sabato la protesta di NoTav e centri sociali. Da domani via auto, scooter e cassonetti dai percorsi. Previste mini zone rosse blindate. In due accampamenti si raduneranno le proteste. Il primo nella notte tra venerdì e sabato, con arrivi già da domani, davanti alla basilica di San Giovanni, dove si svolgerà il comizio di venerdì. L’altro bivacco sarà allestito al termine del corteo di sabato, con No Tav, centri sociali, No Muos, universitari e lavoratori, davanti al ministero delle Infrastrutture, a Porta Pia.
Due accampamenti segneranno l’inizio e la fine del lungo weekend di protesta. Il primo nella notte tra venerdì e sabato, con arrivi già da domani, davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano, dove sarà allestito il palco per il comizio previsto durante lo sciopero generale dell’Unione sindacale di base di venerdì. L’altro bivacco sarà allestito al termine del corteo di sabato, con No Tav, centri sociali, No Muos, universitari e lavoratori, davanti al ministero delle Infrastrutture a piazza Porta Pia, obiettivo finale della protesta. Intorno alla città saranno create delle mini zone rosse, blindate con centinaia di agenti che dovranno garantire la sicurezza di palazzi governativi, sedi centrali di alcune banche, agenzie interinali, e altri obiettivi rimasti top secret. Per questo la questura, d’intesa con il Viminale, ha mobilitato più di quattromila agenti, tra polizia, carabinieri, guardia di finanza. A gestire la parte traffico e viabilità, invece, ci penserà il personale della polizia municipale che ha impegnato tutto il personale disponibile, che sarà coordinato dal nuovo comandante, Raffaele Clemente.
LA PARTITA – A questo si aggiunge l’Olimpico che da venerdì pomeriggio sarà presidiato per la partita tra Roma e Napoli prevista alle 20,45. Controllati da polizia e carabinieri non solo gli arrivi dei treni in stazione, ma anche i caselli autostradali verso sud. Tutta la zona, attorno allo stadio, come al solito, sarà bonificata per evitare che materiale pericoloso, come spranghe, coltelli e molotov, venga parcheggiato dagli ultras più violenti e utilizzato per aggressioni a fine partita.
LE MISURE – Da domani dovranno essere sgombere da auto, moto e cassonetti, tutte le strade che ospiteranno i due cortei. Il primo è previsto alle 10 di venerdì mattina da piazza della Repubblica e San Giovanni. L’altro, il pomeriggio del giorno successivo, da San Giovanni in Laterano, fino a Porta Pia. Ovviamente resteranno interdette alla sosta anche quella miriade di stradine di collegamento attorno ai percorsi, che verranno usate da polizia e carabinieri per contenere e proteggere il corteo dei manifestanti ed evitare infiltrazioni di gruppi violenti durante la marcia. Un piano straordinario che prevede un volantinaggio da stamani in tutte le zone che saranno interessate da prescrizioni e divieti. Le auto, inoltre, non potranno nemmeno transitare lungo i percorsi dei cortei dall’inizio delle manifestazioni, «fino a cessate esigenze», spiegano dalla prefettura. Saranno chiuse le stazioni della metro di San Giovanni e lungo i percorsi delle manifestazioni, a seconda delle necessità. Ovviamente durante la giornata di sciopero generale, venerdì, i mezzi pubblici saranno a rischio. Le Ztl resteranno, invece, aperte per consentire a cittadini e a chi si recherà in ufficio o al lavoro di arrivare a destinazione. Il questore, Fulvio della Rocca, potrà decidere altri cambiamenti e chiusure ad hoc qualora le cose non dovessero andare come previsto.
I MOTIVI – Una legge di stabilità da «lacrime e sangue con mancia di 55 centesimi al giorno», dice Pierpaolo Leonardi, dell’Esecutivo Confederale Usb commentando le indiscrezioni sulla manovra finanziaria del governo, contro cui è stato indetto sciopero generale del sindacato per il 18 ottobre. «Le chiacchiere sulla restituzione del cuneo fiscale ai lavoratori, intorno ai 250 euro lordi a metà 2014 in unica soluzione, cioè una vera e propria miseria pari a circa 55 centesimi al giorno, cercano di nascondere la enorme pesantezza di questa manovra» aggiunge invitando i lavoratori a non perdere l’occasione «per respingere questa manovra, che risponde unicamente ai diktat della troika oggi direttamente presente al governo attraverso il commissario alla spending review Cottarelli, che proviene dal Fondo Monetario Internazionale». Parole dure alle quali si aggiungono le rivendicazioni di No Tav e altri movimenti che denunciano la distruzione del «modello sociale», come «un effetto delle politiche decretate da istituzioni sovranazionali prive di legittimità democratica come l’Unione Europea, la Bce e il Fmi».