(A. Bacconi) Il timing nel calcio è fattore chiave. La supremazia tattica è frutto non solo di contrapposizioni spaziali ma anche dalla capacità di chi attacca di liberare e occupare aree giocabili con i giusti tempi e di chi difende di prevedere queste scelte contrapponendosi in anticipo. Quando la temporalità delle operazioni mentali corrisponde alla temporalità delle azioni motorie significa che una squadra è al top della condizioni psico-fisica, come lo è oggi la Roma. Un esempio concreto. Al secondo minuto di gioco Gervinho punta Albiol circondato da avversari. La sua serpentina è finalizzata non alla conclusione individuale ma a liberare la fascia a Dodò che arriva in scia. Difficilmente la Roma pensa di essere pericolosa sul primo tempo di attacco. Più facile che sia il secondo giocatore che viene da dietro quello decisivo. Sul cross del giovane brasiliano è Florenzi ad entrare per primo in area, ma è il secondo tempo d’attacco quello importante. Sulla respinta di testa la palla è arpionata da Pjanic (foto sotto) che arriva a rimorchio. La sua conclusione è sporca ma il Napoli (foto sopra a sinistra) è già in affanno non riuscendo a organizzarsi adeguatamente sul secondo attacco alla porta, quello che rende imprevedibile i giallorossi. Sull’altro fronte si vede che la strategia è diversa. Insigne (4′) si accentra tra le linee e lancia lungo Callejon che attacca la profondità dietro a Dodò. Avrebbe potuto servire Hamsik (foto sopra a destra)tra le linee ma la scelta è di arrivare in porta subito sfruttando il deficit difensivo del sostituto di Balzaretti. Basta saltare al 31′ per vedere un’azione fotocopia e capire che questa scelta non è casuale.
L’OBIETTIVO Il pensiero dominante delle due squadra è chiaro e chiaramente quello più efficace è della Roma, più aggressiva e brillante. Al 15′ e al 21′ si ripete il copione. Nella prima occasione sulla transizione alta, Pjancic subentra da dietro a Totti e allarga a Gervinho, tiro sbrindellato. Nella seconda Gervinho punta sull’out destro Behrami per poi scaricare centralmente allo scatenato Pjanic, botta alta dai 20 metri. Sembrano azioni rugbystiche dove lo spazio si crea col passaggio all’indietro o laterale. Difficile per il Napoli orientarsi nonostante i difensori siano bravi a tenere le posizioni ammortizzando in qualche modo i tanti inserimenti da dietro dei terzini e degli interni avversari. Il Napoli nonostante le difficoltà tattiche non esce dalla partita fino al rigore del 2-0. Nei primi 20 minuti della ripresa è potente la reazione di orgoglio degli azzurri che schiacciano la Roma nella propria metà campo. La squadra di Benitez dimostra carattere ma anche una certa impotenza offensiva, causata sia dalla tenuta difensiva dei giallorossi, sia dalla duplice assenza di Higuain e Hamsik. L’argentino, ancora fuori per problemi fisici, entra praticamente quando in Napoli subisce il 2-0, per cui a partita finita. Lo slovacco c’è anche prima ma nessuno se ne accorge.