(P.Liguori)Lasciamo perdere i record. Quelli servono per le statistiche e non sono neppure veritieri.Per esempio, le 9 vittorie giallorosse vengono paragonate a quelle della Juventus di Fabio Capello, ma quella squadra era la Juventus di Luciano Moggi e c’è una bella differenza. Tanto è vero che quel campionato fu annullato.
Dunque, pensiamo al Chievo e poi al Torino. E non c’è tempo per distrarsi.Rudi Garcia ancora una volta ha perfettamente ragione: da due partite il gioco della Roma è meno bello,meno fluido. Intendiamoci, la vittoria di Udine è stata la più bella di tutte: quando ha segnato Bradley erano fuori dalla squadra in dieci Totti e Gervinho,maanche Borriello,Pjanic e Maicon. Una vittoria di carattere e di coraggio più delle altre e l’allenatore ha dimostrato la sua fiducia assoluta nel gruppo, soprattutto sulla fase difensiva. Ripartire dalla muraglia umana, formata dai due difensori centrali e dai centrocampisti di copertura è la caratteristica più efficace della Roma di Garcia, lo abbiamo visto in tutte le gare. Però, nelle prime sette il gioco scorreva molto più fluido e costante. Per forza, direte voi, c’era Totti.E la risposta è esatta,ma se Garcia sottolinea la differenza vuol dire che si aspettava altrimovimenti e altri schemi, studiati apposta per sostituire Totti.
Non è al carattere o alla forza difensiva che si rivolgono le sue osservazioni,ma allo stato d’animo dei suoi giocatori. Se vogliamo vincere qualcosa, sembra dire Rudi, dobbiamo essere sempre uguali , chiunque giochi e contro ogni avversario. Compreso il Chievo di stasera, che giocherà con il coltello tra i denti, già in lotta feroce sul fondo della classifica.Una giusta riflessione, da condottiero intelligente.Vedremo i risultati all’Olimpico, dove andiamo allegri e fiduciosi anche se, come detto, non è assolutamente il caso di sottovalutare l’ultima in classifica.