Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che ha il compito di analizzare il meglio e il peggio del week-end calcistico, tra top e flop.
VOTO 0 MALEDIZIONE DELLA MITRAGLIA:
In pieno stile Indiana Jones la Firenze del Re Leone Gabriel Omar Batistuta punisce il duo bianconero Tevez-Pogba reo di essersi appropriato di un gesto intoccabile e altamente identificativo. L’esultanza in stile mitraglia infatti non va giù al Dio del calcio che annichilisce la squadra di Antonio Conte tramite la tripletta di uno scatenato Giuseppe Rossi, alla sua prima apparizione contro la Vecchia Signora. Mai toccare l’idolo sacro.
VOTO 1 BUFFON:
Purtroppo siamo costretti a ripeterci sul numero uno juventino, ancora una volta protagonista e non di certo positivo. La sua Juve era in pieno controllo del match quando un tentativo velleitario da fuori del numero 49 viola si trasforma nell’impensabile pareggio. Gigi si accascia sul fianco, senza spinta nelle gambe e accompagna un banale tiro a mezza altezza verso l’angolo della sua porta. Interventi del genere per uno come lui possono essere tranquillamente inseriti nella categoria papere, un insieme che nell’ultimo periodo è piuttosto affollato nella collezione dell’(ex) portierone della Nazionale. Prandelli perde i capelli (Conte già li ha persi).
VOTO 2 MARAN:
Come nella migliore tradizione italiana a pagare per una campagna acquisti di basso livello ed un avvio di stagione piuttosto negativo è sempre il tecnico. Unico modo da parte dei presidenti di dare una scossa all’ambiente confidando in una inversione di tenedenza. A farne le spese questa volta dopo l’inesperto Liverani con il Genoa, Rolando Maran; il quale saluta la squadra etnea all’ottava giornata lasciando in eredità all’ex Lecce e Genoa Gigi De Canio, una vittoria, due pareggi e ben cinque sconfitte. Ma Maran perchè sei morto? Pane e vin.
VOTO 3 LAZIO:
Ennesima sconfitta in esterna per la squadra di Petkovic battuta dai gol di Cigarini e Denis dell’Atalanta alla terza vittoria consecutiva in campionato. Nella disfatta di Bergamo pesano gli ingressi attardati del duo Candreva-Klose e le prestazioni in chiaro scuro di Ciani, Onazi e sopratutto Hernanes, in ombra e mai nel vivo dalla manovra bianconceleste. A chiudere una domenica da dimenticare la notizia delle dimissioni da parte del tecnico naturalizzato svizzero poi smentita in nottata dalla società. Mal di trasferta.
VOTO 4 BONAVENTURA:
La giocata tentata dall’esterno atalantino al 20’ del secondo tempo merita la piena insufficienza e anche una buona dose di ilarità. Jack corre sull’out mancino e tenta un colpo di tacco all’indietro abbastanza improbabile, spedendo il cuoio oltre la linea dell’out e soprattutto procurandosi un problema muscolare alla coscia che lo costringe ad abbandonare il match. E’ vero che questi gesti come si è visto in passato, se non realizzati con la giusta coordinazione, possono fare danni a livello fisico, ma riuscire addirittura a stirarsi va ben al di là delle peggiori aspettative. Per la serie se il fisico non ce l’hai…
VOTO 5 PINILLA-SANT’ELIA:
Nell’esplosione di gioia da parte del cileno per la rete che regala la vittoria al Cagliari nel giorno del rientro al Sant’Elia tutto quello che vorremmo vedere, ma anche tutto quello che non vorremo vedere in uno stadio di calcio. Da una parte l’emozione di un abbraccio vero, emozionante, collettivo con tutti i tifosi sardi per il ritorno a casa nel momento della rete vittoria, dall’altro le impalcature, una tribuna centrale ancora off limits, la curva nord aperta a metà e quella sud ancora tutta da costruire. Mama, I’m coming home.
VOTO 6 SASSUOLO:
Prima vittoria in Serie A per la squadra di Eusebio Di Francesco capace di avere la meglio nel derby emiliano sul Bologna (adesso ultimo della classe) con il risultato di 2-1. A decidere la sfida le reti siglate da un giovanissimo Berardi (seconda marcatura nel massimo campionato) e un ritrovato Antonio Floro Flores: la prima su calcio di rigore, il raddoppio con un potente destro da fuori leggermente deviato da Krhin. Le segnature entrano di diritto nella storia della compagine neroverde. Sasò.
VOTO 7 GILARDINO:
L’alfiere genoano pesca la prima doppietta in stagione e bagna con una vittoria il ritorno sulla panchina del Grifone di Gian Piero Gasperini. Un gol per tempo per il centravanti ex Milan con un colpo di testa imperioso su assist di Marchese ed un altro molto fortunato e ravvicinato sull’appoggio dalla linea di porta dell’autore del gol del momentaneo pareggio clivense Bentivoglio. Faccia di bronzo.
VOTO 8 JORGINHO:
Il calciatore brasiliano classe 1991 con passaporto italiano mette a segno la sua quinta marcatura in questo campionato risultando infallibile dal dischetto con uno score di quattro rigori su quattro nel computo totale dei gol segnati e dimostrandosi di gran lunga un elemento insostituibile nel centrocampo impostato e voluto dal tecnico gialloblu Mandorlini. Artefici di un avvio di torneo ad alto livello gli scaligeri occupano al momento un sorprendente quarto posto in graduatoria con 16 punti. Undici metri.
VOTO 9 GUARIN:
La grande prova di orgoglio degli uomini di Mazzarri nasce anche e soprattutto dopo il gesto di uno dei suoi trascinatori. Dopo gare sfortunate il colombiano torna l’ira di Dio ammirato in diversi frangenti la scorsa stagione. Con la squadra nerazzurra sotto di uomo e di un gol, allo scadere della prima frazione, l’ex Porto, si fionda su una palla vagante in area e approfittando dell’uscita maldestra del solito Padelli insacca nell’angolo sguarnito della porta granata con una rovesciata ad altissimo coefficiente di difficoltà. Fredy non è nuovo ad acrobazie del genere ma questa volta si è addirittura superato. Parola.
VOTO 10 ROSSI:
Dopo Rocchi e Cavani ci voleva Pepito per realizzare una tripletta alla vecchia signora. Sono passati 5425 giorni dall’ultima gioia viola al Franchi contro la Juventus, all’epoca ci pensò Batistuta (1998) oggi è toccato a lui. Aveva cominciato nel peggiore dei modi l’italo-americano con un problema alla schiena dopo appena un minuto che rischiava di comprometterne la prestazione definitivamente e invece dalle difficoltà fisiche ha trovato nuova linfa e insaccato un pallone dietro l’altro. Rigore all’angolo, diagonale da fuori e contropiede concluso con freddezza, tutto naturalmente con il comun denominatore del sinistro, marchio di fabbrica dei campioni, a mostrare un repertorio completissimo. I numeri parlano chiaro: 8 gol in 8 partite, capocannoniere della Serie A e ancora la miglior condizione da ritrovare. Arma Letale (Mel Gibson).
A cura di Papi&Piccinini