(V.Vercillo) – Se da una parte Garcia può sorridere guardando la classifica di serie A, dall’altra non può non accusare una punta di preoccupazione a guardare la situazione dell’infermeria della Roma. Ad attendere i giallorossi c’è l’Udinese, poi il Chievo in casa e ancora in trasferta a Torino: il tutto senza la magia di Francesco Totti e la velocità di Gervinho. La Roma di Garcia perde le due sue punte di diamante dell’attacco, e si trova a fare i conti con un’improvvisa emergenza del reparto offensivo. Il capitano sarà out almeno fino alla sosta di campionato prevista per metà novembre (nei prossimi giorni si avrà una prognosi più definita). E ad aggravare la situazione ci si è messo pure l’ivoriano, costretto a dare forfait: gli esami strumentali svolti ieri dall’ex Arsenal hanno evidenziato una lieve lesione muscolare del retto femorale sinistro che, stando alle stime fatte a Trigoria, lo terrà lontano dai campi per circa due settimane.
Garcia dovrà quindi rinunciare al suo tridente di titolarissimi per almeno le prossime tre partite. E adesso toccherà alle seconde linee non far rimpiangere gli infortunati, e starà a Garcia decidere chi e come impiegare a partire dalla sfida con l’Udinese. In pole position c’è Marco Borriello: la prestazione dell’ex Genoa contro il Napoli è stata brillante. Ha dimostrato di poter garantire alla Roma sacrificio, voglia e cattiveria, quella che serve in questo momento per proseguire su questa scia più che positiva. Si va, quindi, per la replica della scelta fatta già con la Sampdoria (quando Totti partì dalla panchina) optando per Borriello prima punta e Marquinho sull’esterno assieme a Florenzi.
L’alternativa potrebbe essere rappresentata dall’inserimento dal primo minuto di Ljajic, con Borriello sempre vertice offensivo. Questa seconda opzione col serbo titolare, però, toglierebbe alla Roma l’unico elemento in grado di cambiare la partita subentrando a gara in corso. Né Marquinho, né tantomeno il giovane Caprari sono infatti in grado di imprimere quella svolta che Ljajic ha invece gia’ dimostrato di saper generare. Ma c’è un’altra strada percorribile: l’avanzamento di Pjanic nel ruolo di regista offensivo, con Bradley a coprire il buco in mediana al fianco di De Rossi e Strootman. Idea, però, più difficile da concretizzare: scegliendo questa opzione, Garcia sarebbe costretto a smontare il trio di centrocampo, reparto che finora si è dimostrato uno dei migliori di serie A. E aggiungeteci che lo statunitense non vede il campo da oltre un mese. Difficile da ipotizzare anche una modifica del modulo, dal 4-3-3 al 4-2-3-1, con Marquinho, Pjanic e Florenzi alle spalle di Borriello, e Ljajic primo cambio. A Garcia l’ultima parola.