(P. A. Coletti) – «Adesso parla io». Daniele De Rossi si confessa a Sky. Il centrocmapista di Ostia dice solo la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità su Roma, la Roma, il derby, il suo possibile addio e il rapporto con Rudi Garcia. Oggi andrà in onda l’intervista integrale dal titolo “Daniele De Rossi – Adesso parlo io”, in programma alle 23 su Sky Sport 1. Ieri sono uscite però alcune anticipazioni dove Daniele ha iniziato a raccontare la sua verità. «Si è parlato molto questa estate. Quest’anno, quando ho parlato con il mister, quando ho parlato con la società, dato che mi piace essere sempre chiaro, per la prima volta gli ho detto che avrei voluto ascoltare eventuali offerte, vederle, valutarle, mentre negli anni addietro avevo sempre respinto ogni offerta ancor prima di ascoltarla, molto decisamente – afferma De Rossi -. Quest’anno sentivo che poteva essere l’anno giusto nel quale cambiare o nel quale provare a sentire quello che veniva fuori altrove, perché l’altro anno le cose, lo sapete meglio di me, non sono andate bene e io le cose voglio che vadano bene per me e non dico soprattutto ma quasi soprattutto, per la Roma».
La Roma prima di tutto, i tifosi della Roma prima di ogni cosa. «Essere un giocatore della Roma e non fare felici i tifosi, non fare felice la Roma, non mettere tutti d’accordo, come quasi sempre è stato, per me era un peso abbastanza schiacciante». Ed ecco che arriva il motivo che alla fine lo ha spinto a restare a casa: «C’erano tante cose che non andavano ma, forse, ce n’era una ancora più grande, che non andava bene a me: non potevo pensare che la mia ultima partita con la maglia della Roma fosse quella. Quella era la cosa che non riuscivo a mandare giù, mi potevo immaginare in qualsiasi squadra del mondo, ad alzare qualsiasi trofeo, ma pensare che io avevo giocato l’ultima partita con la maglia della Roma in un derby perso in finale era la fine di una delle, non so, storie d’amore tra un calciatore e una squadra più grandi che io conosca ed era la fine sbagliata, insomma». Curiosamente il 3 luglio scorso sul nostro giornale Tonino Cagnucci aveva scritto: «Daniele De Rossi deve restare per un motivo soltanto. Deve restare anche se a volte amare vuol dire soprattutto separarsi, lasciarsi e lasciarla andare. Ma l’amore devi saperlo anche finire e la tua storia, la tua immagine, la tua ultima partita non può essere quella. Non con te che piangi, non con loro che festeggiano. Non con te in ginocchio, non con quelli che saltano. No. Mai. No. Non lo meriti tu, non lo meritiamo noi. Non lo merita nessuno».
Una fine che non è arrivata anche grazie all’arrivo sulla panchina giallorossa di Monsieur Garcia. «La prima volta ho parlato con lui al telefono, ero ancora in vacanza, per gestire bene la mia preparazione – dice De Rossi -. L’ho visto anche lì molto disponibile, credevo e sentivo che lui mi vedesse come un giocatore suo, mentre tutto il mondo stava dicendo il contrario, cosa che poi non era vera. Però, se leggevi i giornali in quei giorni, se leggevi i siti, mi davano per fatto. Intanto, mi davano in qualche città esotica, da qualche parte a firmare chissà quale contratto, mentre lui mi ha trattato come un giocatore suo, un giocatore che, come poi è successo, sarebbe rimasto con lui. Quindi, oltre alla grande disponibilità, mi è piaciuto subito quel suo senso di “appartenenza” e poi mi ha subito parlato del lavoro e della prospettiva di fare una grande annata insieme».