(E.Menghi) – Sei partite, sei vittorie. E pure sei «saggi», uno in più rispetto al Lille. È la Roma che ha costruito Garcia, fatta di numeri che fan girar la testa e di rapporti umani e lavorativi solidi tra panchina e campo. Il francese ha portato nella capitale i suoi metodi, che non riguardano solo il lavoro sul campo, ma sconfinano nelle vite dei suoi giocatori. Ha ricreato la sua piccola Lille in una grande città, mettendo insieme sei senatori dello spogliatoio con cui si è confrontato già in un paio di occasioni. Chi sono? Lui non ha voluto rivelarlo, ma alla prima riunione nel precampionato c’erano Totti, De Rossi, De Sanctis, Strootman, Maicon e Bradley. Lingue diverse (nemmeno uno che parla il francese), ma stesso profilo di giocatore: esperto e carismatico. Doveva esserci anche Pjanic, ma il mercato l’ha tenuto in bilico per tutta l’estate e, almeno ai primi due incontri, il bosniaco non era presente.
Saggi a parte, è lo spirito di gruppo che sta facendo la differenza e che rende la squadra «vera», usando le parole di De Rossi. Garcia sembra aver trovato la formula giusta e finora tutto sta filando liscio. Più di così è quasi impossibile fare. I giallorossi sono a punteggio pieno e vantano la difesa meno battuta della serie A, con un solo gol al passivo, e il miglior attacco, con 17 reti realizzate da 9 giocatori diversi: non era mai successo prima che i tifosi si ritrovassero ad esultare così tante volte nelle prime sei giornate. Nelle stagioni 1929/1930 e 1960/1961 la Roma si era fermata a 16, eppure erano altri tempi e capitava di fare 9 gol alla Cremonese. Il tecnico francese ha battuto anche questo record. Fuori dalla capitale, Juventus, Milan, Inter e Livorno erano riuscite ad inaugurare la stagione con sei vittorie. A queste squadre è capitato 11 volte, risultato: 9 scudetti e 2 secondi posti. La Roma spera nello stesso copione.
D’altronde, l’ultima volta che guardava le avversarie dall’alto al basso della classifica a questo punto del campionato era il 2000 e alla fine dell’anno festeggiava lo scudetto. Allora erano 15 i punti raccolti, ora, dopo i 3 presi con il Bologna, Garcia è a quota 18. Due in più della somma dei punti fatti da Luis Enrique prima (8) e Zeman poi (8). Allargando l’orizzonte all’Europa intera, le cose non vengono assolutamente ridimensionate, anzi. Soltanto Barcellona, Atletico Madrid e Standard Liegi hanno saputo solo vincere finora. Oltre alla Roma, naturalmente. Aldilà dei passaggi riusciti, che sfiorano la perfezione, e guardando oltre a tutti questi numeri che raccontano un inizio da grande squadra, c’è un gruppo unito e organizzato.
Alla cena post-Bologna hanno partecipato quasi tutti i giallorossi, capitano compreso (il conto l’ha pagato lui), con al seguito qualche amico, ma senza fidanzate. I tifosi li hanno accolti al Met, a Ponte Milvio, con un coro da primi della classe: «Salutate la capolista». L’allenatore, che doveva andare lì con i dirigenti, ha preferito cambiare destinazione e passare solo sul tardi per un saluto: i giocatori devono stare da soli quando si divertono. È così che li «ama».