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IL TEMPO Ecco il nuovo stadio

Il nuovo stadio della Roma progettato da Dan Meis

(T.Carmellini) Le foto esclusive del nuovo stadio della Roma, pubblicate ieri da Il Tempo, hanno fatto rapidamente il giro del mondo. Non l’ha presa benissimo o Oltreoceano, il presidente James Pallotta, che avrebbe voluto presentare in pompa magna il progetto tenuto finora segreto nemmeno fosse il quarto segreto di Fatima.

Ce ne dispiace, ma lo può ancora fare. Perché la nostra anticipazione non deleggittima affatto la volontà della nuova proprietà americana di mettere lo stadio tra le priorità per un futuro societario florido: l’impianto di proprietà è un «must» per una società moderna che si affaccia al calcio internazionale.

La cosa che si comprende meno, se non per meri fini mediatici e di rapporti interpersonali, è la smentita che la As Roma ha diramato ieri pomeriggio. «Le immagini pubblicate in merito al futuro stadio del club – recita la nota – non sono state realizzate dalla società e non corrispondono con alcuna accuratezza al progetto dello stadio». In pratica una «non smentita»: che le foto non siano state prodotte dalla Roma è un fatto scontato, visto che lo studio che si sta occupando del progetto fa capo a Dan Meis, famoso architetto americano con sede a Los Angeles.

Non a caso, nella foto «twittata» da Mark Pannes in persona il giorno dopo il ko in Coppa Italia contro la Lazio («la stagione è finita ma noi continuiamo a lavorare» scrisse il braccio destro di Pallotta), che ritrae il gruppo di lavoro Parnasi (il costruttore), Pallotta (il presidente), Zanzi (il Ceo), Barror (della Raptor) e Meis (l’architetto), sul tavolo in bella vista c’è proprio il progetto da noi pubblicato ieri e che oggi riproponiamo a beneficio dei nostri lettori. La cosa all’epoca fece tanto infuriare i tifosi romanisti: «Abbiamo appena perso la coppa e loro pensano allo stadio» disse qualche maligno nel giorno dei lunghi coltelli tra sputi, sassi e insulti vari.

Sull’altra metà della «non smentita» si parla poi di un progetto che non «corrisponde con accuratezza al reale». Qui il discorso si amplia, senza entrare nel merito del significato della parola «accuratezza». È chiaro che quella mostrata ieri da Il Tempo è una bozza iniziale, un progetto di massima, è l’idea base dello stadio che sarà: probabilmente un punto di partenza per un impianto che magari alla fine sarà un po’ diverso nei dettagli ma non si distaccherà molto da quello pubblicato sul giornale di ieri. Almeno per quanto ci risulta.

Il documento in nostro possesso, altra conferma della «produzione» giallorossa, risale infatti al giugno della scorsa estate ed è stato prodotto dalla società, o chi per lei, per poter presentare il progetto agli sponsor: cosa più che normale in una società in espansione che sta cercando nuove partnership. Tra le quali proprio quella che dovrebbe dare il nuovo al nuovo stadio della Roma: cosa per la quale la società si è attivata per la vendita dei «naming rights» a 360 gradi tra i grandi marchi mondiali.

Altra conferma è poi la «slide» uscita (per sbaglio, o comunque a sorpresa) nell’intervallo della partita amichevole giocata lo scorso agosto dalla Roma al BMO Field di Toronto. Sul tabellone luminoso, durante la pausa tra il primo e il secondo tempo, andò in onda un filmato nel quale si vedeva chiaramente il rendering del nuovo stadio: era sempre lui.

E non è tutto. Perché nel questionario inviato dal club giallorosso a un «campione» di tifosi per chiedere suggerimenti sulla progettazione dell’impianto, c’era lo stesso rendering (sempre lui), che mostrava schematicamente l’interno dello stadio. Tribuna disposta su tre anelli (l’altra su due), senza pista di atletica, assenza totale di distinti e la Curva Sud (che poi curva non è ma molto più semplicemente una tribuna posta dietro alla porta molto verticale) più grande della Nord.

Eppoi, dulcis in fundo, com’è possibile che una società così strutturata come la Roma sottoponga a potenziali sponsor un progetto dello stadio che non è poi quello reale: o comunque verosimile!? Meditate gente, meditate.

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