(G. Mura) – Un 2-0 che esalta la Roma ma non deve deprimere il Napoli. La Roma, 8 partite 24 punti, un solo gol incassato e 22 segnati, a questo punto non può più nascondersi. Il Napoli assaggia il sapore della prima sconfitta in campionato ed è un sapore amaro. Due gol, uno su calcio di punizione che c’era e uno su rigore che non c’era, però dal punto d’osservazione di Orsato si poteva dare (ma il giudice di porta che ci sta a fare?). Il fatto è che Borriello trattiene Cannavaro più di quanto Cannavaro non trattenga Borriello. Secondo giallo ed espulsione, e qui praticamente finisce una partita tesa, di buon livello, con due squadre attente soprattutto a non commettere errori, quindi a non scoprirsi troppo.
Paradossalmente, il Napoli paga carissimo l’infortunio di Britos mentre la Roma, pur sbandando qualche minuto dopo l’uscita di Totti, capitano e stella polare della manovra (e qui pesa l’errore di Pandev, che è pure una prodezza di De Sanctis con uno svolazzo di De Rossi ben prima della linea bianca), passa con una bellissima punizione di Pjanic (Reina un po’ sorpreso) ed è ancora Pjanic a firmare il 2-0 su rigore. Nei due episodi che hanno portato al gol c’è di mezzo Cannavaro, entrato al posto di Britos. E per questo gli addosseranno anche colpe non sue. In verità (senza Zuniga e con Higuain in panchina) il Napoli sta peggio della Roma, che ha fuori soltanto Balzaretti. Maggio è al rientro, Mesto deve traslocare sulla sinistra. La compattezza difensiva ne risente. Aggiungiamo una vena non brillantissima dei goleador, solo Insigne prova qualche giocata brillante. E chiudiamo con i tre pali (non pieni) su cui sono finiti i tiri di Insigne, Inler e Hamsik. Tutto questo dice che non era serata.
La Roma ha giocato meno brillantemente di altre volte, ma ha dato unagrande dimostrazione di solidità. È una squadra in cui tutti, a partire da De Rossi, sanno soffrire e passare sopra a piccoli malanni e doloretti assortiti. È il caso di Pjanic , dopo una settimana fondamentale per la sua Bosnia che andrà in Brasile. È il caso di Strootman, di Castan, di Florenzi. Ora per la Roma si apre un mesetto di gare non impossibili, anche se è vero che Benitez potrebbe dire a Garcia che un Sassuolo prima o poi si incontra. E sarà anche vero che gli esami non finiscono mai, ma fin qui la Roma tutti gli esami li ha superati. E, a quanto pare, ci sta prendendo gusto.