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RAZZISMO Gli interisti invitano a cantare i cori, Juventus e Genoa rispondono presente

Stadio Giuseppe Meazza

La tifoseria dell’Inter chiama, quelle di Juventus e Genoa rispondono. Dopo la chiusura dello stadio del Milan per i cori di discriminazione territoriale contro i napoletani, arrivano dagli spalti di Marassi e dello Juventus Stadium le prime prese di posizione all’invito dei sostenitori nerazzurri, che nei prossimi giorni studieranno una linea comune anche con i ‘colleghì della Lazio con cui sono gemellati. All’interno di un comunicato diffuso da alcuni gruppi (Gruppo tradizione, Antichi Valori, Fighters e Curva Sud Scirea), gli ultras bianconeri si sono opposti ai provvedimenti intrapresi dalla Procura federale riguardo i cori espressivi di discriminazione territoriale inferti al Milan e relativa tifoseria ritenendoli solo un altro inutile ed incostituzionale meccanismo per discriminare soltanto il nostro popolo ultras, condannando la libera espressione di pensiero. Il comunicato, inoltre, “invita tutta la tifoseria juventina, in occasione della trasferta a Firenze del 20 ottobre, a cantare insieme a noi i famigeratì cori di discriminazione territoriale – proseguono i tifosi juventini, che poi imitano quelli dell’Inter chiamando a raccolta i colleghì di tutta Italia -: tifoserie unitevi alla nostra protesta esponendo striscioni e cantando i sopracitati cori in tutti gli stadi venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 ottobre 2013. Non rendiamoci ostaggi di chi è il primo razzista e discriminatore! Tutti uniti ce la possiamo fare!”

La motivazione alla base della squalifica di San Siro non è piaciuta nemmeno alla “Gradinata Nord Genoa 1893″ che, attraverso un altro comunicato hanno sottolineato come “in certi casi l’essere ultras è l’unica cosa che ci accomuna, ma i nostri ideali bastano e avanzano per poter e dover prendere una posizione, che naturalmente è dalla parte di chi subisce decisioni al limite dell’assurdo, siano essi napoletani o milanisti, perchè i fatti di questi giorni vanno oltre i colori: colpiscono noi persone, noi tifosi, al di la dell’appartenenza calcistica“. “Stanno distruggendo il nostro mondo, ieri le trasferte, gli striscioni, oggi non siamo più liberi nemmeno di cantare cori e sfottò, che esistono da quando esiste il calcio. Vogliono fermarci, zittirci, ma questo non ci fermerà mai – proseguono i sostenitori del Grifone – Non si può continuare a rimanere ciechi davanti a un’autorevole ed errata interpretazione della legge. Vorremmo chiedere dove sta l’insanità nel prendere in giro l’avversario?”.

In rete, poi, in molti tra il serio e il faceto si chiedono quale sia il limite della discriminazione territoriale. Mentre la curva dell’Olimpico (quest’anno chiusa alla prima per cori razzisti) snobba l’appello proprio in prossimità della sfida al Napoli, altre tifoserie preferiscono ironizzare. “Roma capitale, Milano succursale è discriminatorio?” la domanda che circola su twitter, dove si fa notare che “parlare di discriminazione territoriale nel paese dei cortili e dei campanili fa davvero ridere”. Nel giorno in cui la questione è sbarcata anche alla Camera, inoltre, sono tanti a ricordare che il Parlamento non è mai stato chiuso per discriminazione territoriale quando la Lega tuonava contro Roma Ladrona. In fondo, però, c’è anche chi prova a scherzarci sopra come il meteorologo televisivo Giuliacci: “Ma se dico che domani al Nord è freddo e piovoso e invece al Sud bello e caldo, mi chiudono lo studio per discriminazione territoriale?”.

Fonte: Ansa

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